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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

Storie di elezioni e di parenti serpenti

Quella di quest’anno, a Roma, è la campagna elettorale del «fattore p». Cioè «parente». No, nessuno pensi male. Non c’entrano niente i magheggi e i favoritismi agevolati dal comune Dna con qualcuno di importante. C’entra, piuttosto, l’irruzione nel quadro politico di nonni, figli, genitori, mogli, cugini. Trascinati in un dibattito a tratti surreale, diventano protagonisti. Persino se non ci sono più o non ci sono ancora. Alla prima categoria appartiene l’ormai famosissimo nonno di Alfio Marchini, suo omonimo, che fin dall’albeggiare di questa campagna elettorale ci è stato presentato in tutte le salse. Partigiano, costruttore devoto al Pci cui non lesinava atti di generosità come la donazione della storica sede di Botteghe Oscure. Da lassù, nonno Alfio ha persino suggellato il matrimonio politico tra il nipote e quella parte di destra romana che lo supporta, mediante l’eredità di un aneddoto che il discendente ha raccontato e subito è rimbalzato agli onori delle cronache: quando Alfio (nonno) fu invitato a parlare alla facoltà di architettura di Valle Giulia, gli fu chiesto chi fosse stato a suo parere il migliore urbanista a Roma. E la risposta, tramandata e riproposta, Mussolini, ha tenuto banco per più di una giornata di accese polemiche. Al pari di quando Alfio (nipote), raccontò una dolorosa vicenda riguardante suo figlio, finito in coma per un brutto incidente. «Si è ripreso solo perché non si è mai fatto una canna», azzardò il candidato sindaco civico, e da lì nacque la bagarre dei tifosi della legalizzazione. Ma i figli so piezz ‘e core. E anche architrave di una campagna elettorale. È il caso della bambina in arrivo di Giorgia Meloni (e questo è il caso del familiare che condiziona la campagna elettorale non essendoci ancora). All’inizio dell’anno, la leader Fdi si tirò indietro dalla corsa a sindaco motivando la scelta proprio con il suo stato interessante. Poi quando cominciò a cambiare idea, Guido Bertolaso fino a quel momento da lei sostenuto come candidato del centrodestra, le suggerì in diretta Tv di pensare a fare la mamma, evitando le fatiche di una campagna elettorale. Scatenando, anche lì, valanghe di polemiche. Di poco superiori a quando lo stesso Bertolaso, all’inizio della sua sfortunata campagna confessò che la moglie avrebbe potuto votare per Roberto Giachetti, dato che «ha tendenze di sinistra». Passato qualche giorno, rassicurò tutti: «mia moglie, dopo aver letto il programma che sto predisponendo, mi ha detto sta’ tranquillo che voterò per te». Vedremo se ci sarà verso di far cambiare idea anche a Simona Marchini, famosa attrice e cugina di Alfio, che ha fatto sapere di non voler votare il suo congiunto non apprezzando la coalizione a sostegno. E intanto si affaccia, lanciato dalla rivista «Chi» e ripreso a titoli cubitali da Dagospia, un gossip che riguarderebbe una presunta crisi coniugale di Virginia Raggi, il cui marito comunque manterrebbe il ruolo di mente politica della sua campagna elettorale. Nella corsa elettorale, poi, non mancano i cognomi illustri, sparsi qua e là per l’arco politico. Maria Fida Moro, figlia dell’indimenticato Aldo, è capolista di «Più-Roma», formazione civica di impronta cattolica a sostegno di Roberto Giachetti. Sarà alleata della capolista Pd Piera Levi Montalcini, consigliere uscente a Torino e nipote della premio Nobel Rita. Sempre nella lista dei democratici, schierato in Primo Municipio troviamo Simon Cossutta, nipote del grande compagno Armando, morto l’anno scorso, che fu tra i massimi esponenti del Pci. A destra, invece, al Comune per Federazione Popolare per la Libertà, supportante Giorgia Meloni, corre Giuseppe Cossiga, un passato sottosegretario con il governo Berlusconi e rampollo del già presidente della Repubblica Francesco. Nella civica che porta il nome di Giorgia Meloni troviamo invece Rachele Mussolini, figlia di Romano e nipote del Duce. «Chiamarsi Mussolini è difficile», ha detto qualche giorno fa in un’intervista, e tra qualche settimana vedremo quanto lo sarà sfidare la battagliera sorella maggiore (di madre diversa) Alessandra, che a differenza di Rachele ha una solida esperienza politica alle spalle e guida la lista di Forza Italia, a sostegno di Marchini.