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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

Mourinho, Van Gaal, Benitez: analisi dei grandi flop di stagione

Da Mourinho a Van Gaal, passando in ordine sparso per Guardiola, Wenger, Pellegrini, lo stesso Mancini, non proprio un’annata memorabile per i guru della panchina. O presunti tali. Situazioni diverse e diversi risultati, certo. Ma se il flop di Mourinho, con tanto di esonero, fa maggior sensazione, non si può dire che il triennio di Guardiola al Bayern si sia chiuso nel migliore dei modi con l’ennesimo assalto fallito alla Champions. Per tacere di come è ridotto lo United dopo la montagna di quattrini spesa da Van Gaal e, nel suo piccolo, di come Mancini ha gestito i giocatori che aveva preteso per rilanciare l’Inter, in una stagione in cui, fuori dall’Europa, non c’era che da pensare al campionato e a costruire il futuro.
Ma in testa, per distacco, c’è Rafa Benitez. Partito ad agosto per vincere col Real e arrivato a maggio retrocedendo con il Newcastle. Nel suo genere un’impresa. Passi per l’esonero a Madrid, dove si era illuso di poter fare le cose a modo suo anziché a quello di Florentino Perez. Ma, una volta cacciato, rientrare subito in pista anziché leccarsi le ferite e andarsi a cacciare nella lotta per non retrocedere dalla Premier non è stata la più saggia delle scelte. Sommando questa doppia disavventura al decollo del Napoli di Sarri, la caratura di Benitez ne esce pesantemente ammaccata, per non dire distrutta.
Tempi duri per i profeti. E chissà se è stato l’anno bisestile a riportare al potere quelli che il calcio non hanno mai preteso di averlo inventato. Con er fettina Ranieri davanti a tutti a reggere il gonfalone della normalità. E dietro di lui Simeone, che se vince la finale di Milano lo affianca, Allegri, Blanc, Spalletti, Sarri. Sostiene da sempre il professor Gianni Rivera che, salvo eccezioni rarissime, vedi il Ranieri di Leicester, nel rendimento di una squadra l’allenatore pesa forse per il 15 per cento. E spesso, aggiunge perfido, quel 15 per cento è di segno meno.