La Stampa, 13 maggio 2016
Dell’erba di San Pietro non si sente più parlare. Il mondo delle piante aromatiche colpito da un’omologazione di gusti
Sarà perché le frittate non vanno più di moda? Saranno forse troppo semplici per i sempre più complicati riti della nuova cucina? Sarà colpa dei dietologi o dei commissari di Bruxelles, che ultimamente hanno bocciato come tossica addirittura la pelosa e innocente boragine? Dell’erba di San Pietro (Tanacetum balsamita) non si sente quasi più parlare: in questi ultimi decenni chissà perché è scomparsa dagli orti, dai giardini e dalle tavole, vittima anche lei dello spaventoso impoverimento botanico dei nostri tempi, di quella omologazione di gusti, di colture e di culture che ha così duramente colpito anche il mondo delle piante aromatiche. Un mondo che non ha più niente a che vedere con la ricchezza del passato, antico e meno antico, e ormai ridotto ad un minimalista quartetto da balcone: menta, basilico, rosmarino e prezzemolo. Per i più ricercati anche un vasetto di timo e di maggiorana, mentre per i più esterofili un po’ di cerfoglio e di dragoncello...
Il Castore Durante
Della grande ricchezza di profumi gli erbari del passato sono i più fedeli testimoni, a partire da quello celeberrimo del Castore Durante, dato alle stampe negli ultimi decenni del XVI secolo e arricchito delle bellissime e perfette silografie dei coniugi Parasole. Non è forse questo un vero inno alla tanto proclamata biodiversità? Ho passato quasi un pomeriggio intero a sfogliarlo alla ricerca dell’erba di San Pietro: non risultava con nessuna delle denominazioni con cui oggi è conosciuta e non è stato difficile perdersi tra le oltre novecento specie, una più curiosa e divertente dell’altra in quanto a nomi, origini e proprietà. Potrei averla individuata per esclusione in quella che Durante chiama «Menta greca», detta anche «Salvia romana» e in francese chissà perché «Menta saracenica». Riporto perché bellissima e poetica la descrizione delle sue qualità: «Il succo di questa pianta bevuto ammazza i vermini del corpo... e la radice, presa al peso di una dramma (o due se con vino) giova a quelli che hanno mangiato il lepre marino (?)...».
Il nome
Un po’ in tutta Europa l’erba di San Pietro era una volta molto comune e diffusa, arrivata in tempi lontanissimi dalle terre del Caucaso e diventata nel periodo medioevale un vero must negli orti e nei cortili, in accordo con il famoso Capitulare de villis di Carlo Magno che ne prescriveva la coltivazione sotto il nome di balsamita. Soprattutto era coltivata nei monasteri e nei conventi e non per nulla i suoi sono nomi che conservano ancora una forte impronta religiosa. È detta erba di San Pietro perché gli alti steli di piccole margherite gialle (dopo tutto è un’asteracea...) fioriscono intorno al 29 di giugno, oppure erba di Santa Maria o ancora erba della Bibbia, perché le lunghe foglie chiare, leggermente dentate ai margini e profumate di menta, erano non soltanto ricercate per le loro virtù farmaceutiche, ma anche utilizzate come profumati segnalibri per i testi sacri. Una volta seccate, infatti, le foglie conservano l’aroma per lungo tempo ed è forse questa la ragione del loro nome latino: Tanacetum, dal greco Athanasia, immortale. Più profani invece gli usi d’Oltremanica, dove pare che venisse aggiunta alla birra per conferirle il retrogusto un po’ amaro che più tardi divenne prerogativa del luppolo e dove non mancava mai nei kitchen garden elisabettiani, ideale per pudding e bevande fredde.
Perché dunque non provare? Proprio ieri ne ho messe a dimora nell’orto due piantine, in una posizione a mezzanotte, non troppo assolata: rustica, facile e perenne, l’erba di San Pietro può crescere un po’ ovunque, in qualsiasi terreno purché non troppo secco e ben drenato, ma le foglie sono più forti e profumate se si ha cura di evitarle il sole pieno. Anno dopo anno i suoi balsamici effluvi, oltre a deliziare le nostre cucine, possono aiutarci nell’eterna lotta contro parassiti ed insetti. D’altronde un orto in buona salute, proprio come un bel giardino, è il risultato palese di tanti piccoli stratagemmi e segrete alleanze...