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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

C’è un orso polare chiuso in una gabbia di vetro dentro un centro commerciale in Cina

Se ne sta lì con il muso piegato da una parte, l’espressione rassegnata. A volte, sempre più raramente, si avventa contro le pareti e urla la sua disperazione. È un orso polare chiuso in una gabbia di vetro dentro un centro commerciale in Cina, nella regione di Guangzhou. Sì perché lo «zoo più triste del mondo» – come è stato ribattezzato dalle associazioni animaliste – è in realtà un acquario dentro un centro commerciale, dove gli animali non vedono mai la luce del sole. Il presunto acquario ha anche un nome altisonante, Grandview Aquarium, ma l’unica vista di cui godono gli animali sono i visitatori che li fotografano in continuazione ed è proprio l’orso l’attrazione per le famiglie con bambini, ma in alcuni video quando i cellulari si avvicinano ai vetri lui si ritrae, nasconde il muso. Va nell’angolo della sua gabbia di vetro e mostra le spalle.
Per aiutarlo Animal Asia ha lanciato una petizione che ha raccolto 130 mila firme. «Il Grandview ci ha fatto sapere che lavorerà per migliorare il benessere degli animali. Ma sembra che i responsabili non si rendano neanche conto che così gli animali non possono essere detenuti, o sopravvivere» dice Dave Neale, responsabile dell’associazione. La petizione e le firme non li hanno convinti? «Diciamo che sono choccati dalla risonanza mediatica in tutto il mondo, non se l’aspettavano. Sembra uno di quei casi in cui la crudeltà dipende soprattutto dalla mancanza di conoscenza e poi dalla logica del profitto». Chiudere questo improbabile acquario sembra impossibile. Animal Asia sta cercando almeno di costringere i proprietari a garantire agli animali condizioni migliori. «Ci hanno detto – prosegue Neale – che “esperti giapponesi” rilanceranno le attrazioni, dovrebbero trovare condizioni migliori per gli animali». Questo zoo-prigione ha aperto i battenti all’inizio dell’anno «un successo essere riusciti a intervenire a distanza di così pochi mesi» ma come sostengono da Animal Asia la «reputazione del Giappone in merito al benessere animale non è granché».
Intanto l’orso più triste del mondo rimane accasciato su un pavimento di plastica, con una vasca di acqua e cloro aspettando forse solo di morire.