Il Messaggero, 13 maggio 2016
Chi è Federico Pizzarotti, in meno di duemila battute
Un separato in casa, Federico Pizzarotti, detto il Pizza. L’unico a fare il controcanto a Grillo e Casaleggio che avrebbero voluto relegarlo ad una vita da mediano. Come Oriali: zitto e sgobbare per salvare dal doppio fallimento Parma, la smart-city retrocessa e indebitata fino all’osso. Che l’avviso di garanzia stesse per piombargli in casa se l’aspettava. Qualcuno dice che già lo sapesse dal febbraio scorso quando cominciarono a fioccare gli esposti sulle nomine al Teatro Regio.
Tutto sommato un peccato, se di peccato si tratta, molto veniale quello del Pizza in confronto alle cose buone che lui da bravo ex enfant prodige rivendica. Aver ridotto il debito del 44% e portato la raccolta differenziata al 75%, ad esempio. Risultati che non sono bastati a scagionarlo dall’accusa di eresia: aver tradito i principi sacri del microcosmo grillino sulla vicenda dell’inceneritore.
Sarà un caso ma quando il suo collega di Livorno Filippo Nogartin è finito nel mirino della procura ed è stato contestato, il Pizza è stato l’unico ad andare controcorrente. A mettere in guardia i suoi dal giustizialismo facile: «Dobbiamo aspettarci queste proteste se diamo sentenze senza vedere i fatti e capire come vanno le cose nel mondo reale», disse. Riferimento all’utopia web e alla possibilità che un giorno quei giudizi tagliati con l’accetta ed esposti sul blog potessero ritorcersi contro. Ed ecco che quel giorno è arrivato. Il Pizza andrà avanti, anche se a qualche amico ha già confidato che alle brutte potrebbe darsi alla campagna. Per quanto ancora il suoi lo difenderanno? Roberto Fico, uno del direttorio, ha già detto che se ha sbagliato dovrà farsi da parte. Non proprio le parole flautate che pronunciò quando sotto accusa finì Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto. Primo avviso (interno) di sfratto?