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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

Un altro sindaco del M5s nei guai: Pizzarotti è indagato per abuso d’ufficio

«Sono tranquillo, è un atto dovuto a séguito degli esposti del Partito Democratico. Sarà utile per chiarire la vicenda, con la Procura avremo il consueto atteggiamento collaborativo. Non entrerò nella polemica politica dei botta e risposta, non utile a chiarire ma solo a confondere i cittadini e allontanarli dalla politica. Andiamo avanti, il mio impegno continua».
Federico Pizzarotti, dal 2012 sindaco grillino di Parma, replica così alla notizia rimbalzata ieri da un quotidiano locale che ha diffuso la vicenda di una indagine nei suoi confronti per abuso d’ufficio nella nomina del direttore generale e di un consulente del Teatro Regio.
«Un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna», sono le parole arrivate dal premier Matteo Renzi in difesa del sindaco pentastellato, dopo la richiesta di dimissioni avanzata ieri da molti parlamentari del Pd. Ma anche dagli stessi grillini, cui è stata spesso indigesta l’autonomia del primo cittadino ducale. «Il sindaco di Parma è indagato per aver nominato il direttore del Teatro Regio, cosa che è nelle sue prerogative. La magistratura sta verificando se ha seguito correttamente la procedura. Se dovesse emergere una condotta contraria alla legge e ai principi del Movimento 5 Stelle chiederemo un passo indietro. Come in tutti gli altri casi», sono le parole di Roberto Fico a nome del direttorio.
Assieme a Pizzarotti sono indagati anche l’assessore alla Cultura, Laura Ferraris, e altri tre membri del Cda della Fondazione Teatro Regio, in carica all’epoca delle nomine contestate, avvenute nel gennaio 2015: quelle di Anna Maria Meo chiamata a dirigere l’ente teatrale e di Barbara Minghetti a consulente per lo sviluppo e i progetti speciali.
La tempistica della notizia montata ieri velocemente da Parma a caso nazionale lascia spazio a molti dubbi (e alla certezza che l’uso strumentale degli avvisi di garanzia sotto elezioni fa gioco a tutti i partiti), visto che il fascicolo è stato aperto dalla Procura emiliana nello scorso autunno, dopo gli esposti del senatore Pd Giorgio Pagliari, e l’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio risale alla seconda metà dello scorso febbraio. Con un primo interrogatorio fissato già a fine aprile ma poi slittato, pare alla fine di questo mese.
Le irregolarità sarebbero legate alla nomina di due professioniste che non si erano presentate al bando di selezione per il Teatro Regio. Bando che per altro non era una procedura pubblica ma una “ricognizione esplorativa” per la scelta del nuovo direttore generale, dopo le dimissioni, nel 2014,di amministratore e direttore artistico.
Tra le candidature arrivate al Regio, la commissione scelse sette nomi – alcuni di alto standing – ma furono tutti scartati a vantaggio dell’outsider Meo, allora direttrice del Teatro del Carretto di Lucca e di Minghetti quale consulente.
«Sarebbe bello avere la stessa attenzione quando si raggiungono risultati come un debito ridotto quasi del 50% e lo stesso rilancio del Teatro Regio che già da quest’anno raddoppierà l’apertura dei sipari», è il messaggio che Pizzarotti affida in serata a un video postato su Fb.