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 2016  maggio 12 Giovedì calendario

Chi è Nadia Bouzekri, la prima presidente donna dei Giovani Musulmani d’Italia

La 24enne Nadia Bouzekri sarà la prima presidente donna dei Giovani Musulmani d’Italia (Gmi), la più importante associazione giovanile islamica italiana. È stata eletta nel weekend a Piacenza, al termine di mesi di campagna elettorale; dopo una serie di dibattiti, i delegati hanno scelto questa studentessa universitaria di Management a Reggio Emilia. “È stato – dice – un processo democratico e trasparente. La mia elezione dimostra una sensibilità maturata da tempo: il 70% dei dirigenti territoriali è donna. Forse la riflessione da fare è che non interessano le musulmane inserite appieno nel Paese, si preferisce tenere lo stereotipo delle segregate”. Qualche critica venata di maschilismo c’è stata, ma dagli imam e dagli uomini alla guida delle altre realtà islamiche sono arrivati molti auguri: “Un buon segno”, sottolinea Nadia.
Per i prossimi due anni guiderà 1.200 tesserati e 51 sezioni locali. Lei è stata tra le fondatrici di quella di Monza: “Sono nata e cresciuta a Sesto San Giovanni (Mi) da genitori marocchini, a Milano mi sono laureata in Lingue e ora studio a Reggio”. Ha la cittadinanza italiana, ma solo dopo aver spento le 18 candeline: “Così prevede la legge, speriamo arrivi presto la riforma”. Sintetizza gli obiettivi del Gmi: “Insegnare ai ragazzi i veri valori dell’Islam e promuovere l’attivismo nella società. A Monza – racconta da patita della bicicletta – a bbiamo realizzato campagne di sensibilizzazione ecologica, di donazione del sangue insieme all’Avis; altri sono attivi a favore dei profughi”. L’educazione è stato il primo punto del suo programma, insieme alla riforma della struttura locale e alla sostenibilità economica dell’associazione. Continua: “Educazione non solo islamica, ma anche all’affettività, orientamento scolastico e lavorativo, affrontare i veri problemi della vita. Se ho bisogno di un consiglio, devo poterlo trovare nel Gmi”. L’associazione può svolgere un importante ruolo di contrasto alla radicalizzazione: “Spieghiamo qual è il vero Islam, prevenendo false versioni”.
“Siamo italiani a tutti gli effetti, ma non aiuta per esempio l’assenza di posti autorizzati per pregare: al contrario, positivo è il caso di Sesto San Giovanni dove, a differenza di Milano, si sta costruendo una moschea. Succede poi di ricevere offese per il velo, a me è capitato di sentirmi dire: ‘Togliti quello straccio’. È un sentimento che può tradursi in discriminazione anche sul lavoro”. Il 4 maggio, la Corte d’appello di Milano ha condannato un’agenzia di Imola per aver escluso una ragazza, velata, dalle selezioni come hostess a una fiera di scarpe.
Attivismo nella società vuol dire anche guardare alla politica. “Siamo apolitici – ribadisce Nadia – e non schierati. Tuttavia, così come alcuni ragazzi s’impegnano in altre associazioni di volontariato dopo la sensibilità maturata in Gmi, non manca chi ha deciso di candidarsi”. È simile a quanto succede in altre realtà territoriali, per esempio le cattoliche Acli. Alle Amministrative di Milano, nella lista Pd corre Sumaya Abdel Qader, ora 38enne ma nel 2001 tra le fondatrici del Gmi. Un altro dei fondatori, presidente nel 2003 ma poi espulso nel 2011, è Khalid Chaouki, oggi parlamentare Pd. C’è un dato su cui riflettere: i musulmani in Italia sono più di un milione e mezzo, solo una minoranza (alcune stime dicono 140 mila) può votare, ma possono essere un bacino di voti interessante.