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 2016  maggio 12 Giovedì calendario

Brasile, il Senato dà il via libera all’impeachment di Dilma Rousseff

Qualche cineasta si è già fatto avanti. La crisi politico istituzionale del Brasile, a tre mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, contiene tutti gli elementi per essere rappresentata in tv e al cinema.
Il Senato dovrebbe approvare nella notte di Brasilia (le prime ore di oggi) l’impeachment del presidente in carica Dilma Rousseff, accusata dalla Corte dei conti di aver nascosto la reale entità della crisi economica, nella Finanziaria 2014. La Corte suprema ha respinto il ricorso e la votazione al Senato è iniziata ieri alle h.20. Dopo alcune ore di dibattito dovrebbe decidere per il “sì” all’impeachment dopo il “sì” votato il 17 aprile scorso dalla Camera. I bookmakers della politica danno il “sì” ampiamente favorito anche se non sono mancati i colpi di scena nelle ultime settimane.
L’ironia corre sui social network brasiliani, basta scorrere tra gli hashtag “Impeachmentday” per leggere l’entusiasmo con cui i cittadini seguono la vicenda. C’anche un hashtag “Tchau querida”, ciao Cara, sempre rivolto a Rousseff. Si riferisce al modo familiare con cui l’ex presidente Lula salutava Dilma al termine di una conversazione telefonica intercettata per ordine della magistratura e data in pasto ai giornali dal giudice Sergio Moro, il grande accusatore di Lula, diventato nuovo paladino degli oppositori di destra.
La votazione al Senato, sempre che non si verifichino altri colpi di scena, dovrebbe avviare il procedimento di impeachment della presidente Dilma Rousseff. La Corte Suprema brasiliana ha respinto il ricorso presentato martedì dal governo contro la procedura di impeachment. È necessaria la maggioranza semplice dei voti: 41 su 81 senatori. Secondo le rilevazioni e le consultazioni diffuse dai principali giornali brasiliani il voto sarà positivo e la presidente sarà sospesa dalle funzioni fino a 180 giorni, tempo disponibile per costruire la sua difesa. Intanto assumerà i poteri il vice presidente Michel Temer.
In caso contrario, il procedimento sarà archiviato e Dilma rimarrà in carica fino alla fine del 2018. Il procedimento è già passato alla Camera, lo scorso 17 aprile, a larghissima maggioranza: 367” sì” e 137 “no”. Gli 80 senatori, meno il presidente Renan Calheiros, hanno a disposizione 15 minuti ciascuno per spiegare le ragioni del proprio voto e pertanto la sessione dovrebbe prolungarsi fino a notte fonda in Italia.
La crisi che investe il Paese potrebbe rappresentare un fattore di instabilità, date le dimensioni dell’economia brasiliana, per l’intera regione latinoamericana.
A conferma dell’interesse per questo passaggio istituzionale così rilevante è intervenuto Papa Francesco. «Dio effonda abbondantemente i doni del suo spirito sul Brasile, affinché il paese in questi momenti di difficoltà proceda in armonia sui sentieri della pace e del dialogo». Bergoglio ha pregato così in piazza San Pietro in riferimento alla crisi istituzionale in corso.