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 2016  maggio 12 Giovedì calendario

Mediobanca apre a Cairo le porte di Rcs

Direzione via Solferino. Gli ostacoli che rallentano la marcia di Urbano Cairo cadono uno dopo l’altro. Ieri è arrivato il via libera più atteso. Quello di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca: «Non so dire – ha spiegato nell’incontro con gli analisti per la trimestrale – se sia probabile aspettarsi proposte alternative. So che ora sul tavolo c’è solo quella di Cairo e che va valutata». Ammesso, dunque, che ci sia mai stato qualche appuntamento a Piazzetta Cuccia con Carlo Pesenti e Andrea Bonomi è servito solo a prendere il caffè.
Nagel assicura di non aver litigato con l’editore de La 7 («da almeno 15 anni abbiamo buoni rapporti con Urbano Cairo e lo stimiamo»). Tanto meno con Intesa («Con i nuovi vertici della banca abbiamo rapporti proficui e collaborativi»). In definitiva «su Rcs sono state scritte molte cose, ma il nostro approccio è parlare solo nelle situazioni ufficiali. I rapporti tra le parti in causa sono stati descritti in maniera distorta». Vuol dire che Piazzetta Cuccia non sta avvelenando i pozzi per intralciare l’avanzata dei nuovi arrivati.
Ma non c’è solo Nagel a spianare la strada di Urbano Cairo verso via Solferino. Lo incoiraggia anche Paolo Rotelli, che ha ereditato dal padre Paolo l’impero delle cliniche e poco più del 3,5% di Rcs «Apprezzo il coraggio di Cairo ma l’offerta è bassa». In altri tempi il sostegno della famiglia Rotelli sarebbe stato decisivo in quanto azionista di riferimento. Con la scomparsa del fondatore la situazione è cambiata. Gli eredi hanno incassato una perdita formidabile (circa 180 milioni) ma sono usciti dalla partita. A questo punto aspettano solo di abbandonare del tutto il campo.
Comunque tutto ormai gioca a favore di Cairo. Ieri il gruppo Riffeser ha fatto sapere di essere interessato al colossale centro stampa del Corriere. Il gruppo bolognese punta a diventare il più grande tipografo italiano mentre Cairo non sa che farsene delle rotative. Non a caso le sue riviste stampano presso terzi. L’offerta di Riffeser porterà denaro fresco in via Solferino. Esattamente come piace alle banche che ieri hanno dato il via libera alla ristrutturazione del debito che sfiora i 500 milioni. Il nuovo contratto allunga le scadenze e abbatte i tassi. Una notizia neutra nel senso che l’operazione fa il gioco sia dei difensori del palazzo di via Solferino che avevano avviato la trattativa, sia di Cairo che ne avrà beneficio se riuscirà a chiudere il blitz.
Si tratta ora di vedere se l’editore piemontese avrà voglia di migliorare ancora l’offerta. Ha già comunicato che gli basterà il 35% delle azioni per considerare valida l’offerta (prima voleva il 50%). La Borsa, però, crede ancora in una mossa migliorativa: magari aggiungendo qualche spicciolo in contante alle azioni Cairo Communication offerte in pagamento. Ieri il titolo ha guadagnato il 2,2% a 0,60. Se il titolo non scende (o l’offerta non migliora considerevolmente) i sogni di Cairo diventeranno incubi. Ed è proprio quello che spera il consiglio d’amministrazione di via Solferino che ha approvato i conti del primo trimestre. Ha chiuso con una perdita di 22 milioni, in miglioramento rispetto ai 35,2 milioni del 2015. Il gruppo conferma per il 2016 «l’obiettivo del raggiungimento di un risultato netto positivo e un cash flow in pareggio».
L’amministratore delegato Laura Cioli ha escluso, ancora una volta, l’ipotesi di aumento di capitale e annuncia con molta soddisfazione che la raccolta pubblicitaria è salita dell’1,1%. È calato il fatturato (a 219 milioni da 229) ma bisogna tener conto che dal consolidato sono scomparsi i libri.