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 2016  maggio 12 Giovedì calendario

Il ministro Pinotti, i rolex e i gioielli del Kuwait

Stavolta non c’è stata alcuna rissa. Anche perché il destinatario dei doni, al contrario di quanto accaduto a novembre, quando la delegazione governativa italiana in missione in Arabia Saudita si accapigliò alla caccia del regalo migliore, sarebbe stato unico: il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Però sempre di orologi si tratta. E che orologi: Rolex. Quello riservato al numero uno di via XX Settembre, in particolare, sarebbe in oro bianco. Con una miriade di piccoli brillanti su cassa e cinturino. Un Oyster Perpetual Datejust 31, del valore di oltre 40mila euro.
Protagonista di tanta generosità, secondo il sito di gossip e informazione Dagospia, sarebbe stato il governo del Kuwait, che in questo modo avrebbe inteso dimostrare la sua gratitudine al governo italiano per la firma dell’accordo per la fornitura di materiale militare all’Emirato. Nella fattispecie 28 caccia Eurofighter Typhoon, il più avanzato aereo da difesa multiruolo sul mercato della difesa. «Il più grande contratto mai firmato da Finmeccanica», puntualizzarono con soddisfazione da piazza Monte Grappa, a Roma, quartier generale della holding aerospaziale italiana (oggi ribattezzata Leonardo). Era il 5 aprile scorso, e a Kuwait City accorsero per la firma del contratto – valore della commessa: circa otto miliardi di euro – la stessa Pinotti e l’amministratore delegato dell’ex Finmeccanica, Mauro Moretti. A fare gli onori di casa, il ministro della Difesa kuwaitiano, Khaled Al Jarrah Al Sabah.
Secondo le indiscrezioni raccolte dal sito, dopo la sottoscrizione dell’accordo il ministro della Difesa italiano avrebbe ricevuto dall’Emirato due «importanti» gioielli in regalo. Da destinare alle figlie di Pinotti. Mentre il ministro avrebbe ricevuto il già citato Rolex con brillanti al seguito. Doni, rincara la dose Dagospia, che la titolare della Difesa «avrebbe tenuto segreti» nonostante la normativa vigente obblighi il destinatario a non accettare regali del valore superiore «ai 300 euro», come recita l’articolo 2 del decreto del Presidente del consiglio del 20 dicembre 2007 – all’epoca Romano Prodi – sulla «Disciplina del regime per i doni di cortesia ricevuti dai componenti del Governo».
Non è tutto. Lo scorso 17 aprile Pinotti ha concesso l’encomio solenne ai quattro componenti della sua scorta. Un riconoscimento che di solito si verifica alla fine del mandato, non in corso d’opera. Da qui il sospetto del sito: l’encomio anticipato come ringraziamento per il «silenzio dei bodyguard sulle attività private del ministro».
Al ministero della Difesa non hanno gradito la sortita di Dagospia. «Nessun orologio fu mai regalato al ministro Pinotti in Kuwait nè tantomeno un Rolex. E nulla ricevette in dono il ministro per le sue figlie», trapela dallo staff della senatrice del Pd.
La nota con la quale Pinotti reagisce ufficialmente alle indicrezioni, però, è laconica. Nel senso che dopo aver definito «prive di qualsiasi fondamento le notizie apparse su un sito web», si limita a ricordare che il ministro «ha sempre seguito le prescrizioni» contenute nel decreto della Presidenza del consiglio sui «doni di rappresentanza». Doni che, ma solo «ove ne ricorrono le condizioni» – ossia «in relazione alla loro tipologia e specificità», come recita l’articolo 2 del decreto – «vengono presi in consegna e custoditi dall’amministrazione Difesa».