la Repubblica, 12 maggio 2016
L’insostenibile antirenzismo di De Magistris
La tirata di De Magistris contro Renzi, così tonante e gesticolante (eufemismi per: becera) è ulteriore elemento di sconforto per quelli che, in Italia, sognano un’alternativa politica “di sistema”. Avete presente Bernie Sanders, ovvero l’ultimo leader politico, in ordine di tempo, in grado di dare un’impressione organizzata, seducente, ragionevole, plausibile dell’utopia? De Magistris è precisamente il contrario.
Anche volendo sorvolare sull’impressionante stuolo di listerelle elettorali che ne appoggiano la ricandidatura (sotto la foglia di fico della “società civile”, ecco il massimo dell’opacità politica. Ah, che nostalgia dei partiti, quelli che avevano nome, cognome e insegna riconoscibile sulla pubblica via), l’antirenzismo di De Magistris è insostenibile perché proviene da un pulpito perfino più tribunizio di quello di Renzi. Un leaderismo low-tech contro quello hi-tech della Leopolda, ma pur sempre fondato su quanto è fico il capo, e quanto deve farsela sotto il capo nemico. Forse la vera utopia è immaginare che sia un maschio sorridente e pacato, a tirare le fila di un futuro migliore; ma purtroppo Sanders è impegnato negli Usa; oppure una femmina felicemente indifferente a queste tempeste di testosterone. Di un antirenzismo più bullo e più egoriferito di Renzi, francamente non si sa che farsene.