la Repubblica, 12 maggio 2016
La cautela del Tesoro sull’emissione di un bond a cinquant’anni
Quattro anni dopo aver chiesto aiuto ai partner europei per ricapitalizzare le proprie banche, la Spagna ha stupito i mercati collocando un bond sovrano per 3 miliardi di euro dalla durata di 50 anni. L’asta, chiusa a un rendimento del 3,48%, ha fatto interrogare gli investitori sulle mosse del nostro dipartimento del debito pubblico, guidato da Maria Cannata, che già in passato si era detto pronto ad analizzare l’emissione sul mercato di cosiddette obbligazioni “Matusalemme”.
Il Ministero dell’Economia resta interessato a questo tipo di operazione, rese possibili grazie al quantitative easing della Banca Centrale Europea che ha abbassato i tassi d’interesse dei bond sovrani dell’eurozona.
A Via XX Settembre ci sono però perplessità sul provare a collocare un bond a 50 anni in questo momento. Negli ultimi mesi, infatti, vi è stato un susseguirsi di emissioni di obbligazioni a lungo termine, che ha coinvolto Francia, Belgio e Irlanda. Il rischio è che il mercato faccia fatica oggi ad assorbire un bond italiano da 50 anni e che dunque il Tesoro finisca per pagare un rendimento eccessivo. La differenza tra il bond a 50 anni collocato ieri dalla Spagna e un bond a 30 anni è stata infatti di circa 60 punti base, ben oltre i 40-50 punti che vengono ritenuti congrui. Al momento, il tasso d’interesse sui titoli trentennali italiani si muove intorno al 2,70%.
Per alcuni investitori, la settimana prossima offrirebbe una buona finestra per un’eventuale emissione “Matusalemme”. Dopo di quella, se ne riparlerebbe a inizio luglio, visto l’affollamento di aste nelle sei settimane successive. Ma al Tesoro prevale la cautela: i funzionari vogliono essere sicuri che il collocamento di un bond a 50 anni non sia un fuoco di paglia, e che sia seguito da un impegno regolare su quel segmento del mercato. L’altra questione riguarda quello che può accadere agli altri titoli di Stato di media e lunga durata, che potrebbero vedere i propri rendimenti salire in caso di emissione di un bond a 50 anni.
Il “Matusalemme” italiano resta dunque una possibilità, ma è probabile se ne riparli nella seconda metà dell’anno.