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 2016  maggio 11 Mercoledì calendario

Il Mit ci regala una seconda pelle

Ustioni, eczemi, infezioni, allergie, screpolature, la nostra pelle è soggetta a ogni tipo di danno o malattia. Ma una scoperta del laboratorio di bio-ingegneria del Massachusetts Institute of Technogy ci fa intravedere un futuro rivoluzionario, in cui la nostra cute non solo sarà sana, ma apparirà anche più giovane ed elastica. Il professor Robert Langer, in collaborazione con due piccole aziende private, ha creato quella che viene già definita “la nuova pelle”. Si tratta di un prodotto da applicare direttamente sul corpo, dove rimane aderente, invisibile e flessibile, per circa 24 ore, dopodiché si stacca naturalmente da sé. Non causa allergie, irritazioni o effetti secondari: nel crearlo in laboratorio infatti i ricercatori hanno solo utilizzato prodotti già sperimentati e approvati.
I ricercatori cercavano un prodotto che possa «essere utilizzato come piattaforma terapeutica», cioè come mezzo per applicare farmaci alla pelle, in modo che non vengano lavati o asciugati dal contatto con gli abiti, le lenzuola o l’acqua. Tuttavia, nel corso degli esperimenti hanno trovato che la “seconda pelle” può avere anche applicazioni estetiche, perché dà alla cute un aspetto levigato e giovanile: «Si potrà sviluppare in diverse direzioni – ha aggiunto Langer – È spalmabile, sicuro, elastico, invisibile, resta attaccato, ed è anche forte».
LA SCOPERTA
La notizia è apparsa sul nuovo numero della rivista specializzata “Nature Materials”, sotto il titolo “An elastic second skin”. I dodici ricercatori, guidati dai professori Robert Langer e Rox Anderson hanno creato centinaia di polimeri che rispondessero alle direttive che si erano posti. Alla fine si sono concentrati sui polimeri a base di silossano, composti formati da silicio, idrogeno e ossigeno che vengono già normalmente usati nei cosmetici e nei deodoranti.
Il prodotto, che è stato denominato XPL da “crosslinked polymer layer”, viene applicato in due fasi: prima si stende sulla pelle un liquido chiaro che contiene il polimero, poi si applica il “catalizzatore”, che crea una reticolazione ad hoc del polimero, per alterarne le proprietà a seconda del tipo di applicazione. Allo stato attuale, il prodotto si è rivelato utile e sicuro su tutti i 170 volontari. Già adesso ha funzionato benissimo nell’assicurare che medicine per la cura della psoriasi e degli eczemi rimanessero in loco, e allo stesso tempo fossero invisibili. Nel futuro, si immagina che l’XPL possa essere esso stesso fornito di prodotti farmaceutici da rilasciare sulla cute progressivamente. In tal modo si potrà utilizzare una quantità inferiore di farmaci: oggi chi soffre di malattie della pelle si deve rassegnare al fatto che un buon 80% delle creme curative va disperso.
L’INDUSTRIA
Un altro utilizzo a cavallo fra la medicina e l’estetica riguarda la pelle secca: per molti anziani si tratta di un disturbo noiosissimo, che causa prurito e spesso anche notti insonni. La seconda pelle invece può garantire che i prodotti idratanti rimangano a diretto contatto della cute, assicurando prolungato sollievo. Allo stesso modo, si potranno nascondere tatuaggi e vene varicose, anche se si tratterà di soluzioni temporanee. Certo, l’industria dei cosmetici e quella della chirurgia di bellezza hanno rizzato le orecchie: l’XPL ha l’innegabile immediato vantaggio di garantire un aspetto giovanile, al punto di cancellare le borse sotto gli occhi.
Non si tratta di soluzioni perenni, ma se davvero la “seconda pelle” non causa reazioni secondarie, è facile immaginare che molti individui preferiranno utilizzare l’XPL, che tra l’altro lascia la cute respirare e non dà sensazioni spiacevoli, piuttosto che mettersi in faccia creme pesanti o sottoporsi a interventi chirurgici.