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 2016  maggio 11 Mercoledì calendario

I tre fratelli sauditi Fawaz vogliono comprare l’ex area siderurgica della Falck

Ha il passaporto saudita l’investitore che dovrebbe contribuire alla fase due del rilancio dell’ex area Falck di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Come dire, uno spazio di un milione e 400 mila metri quadrati dove sorgevano le acciaierie più famose d’Italia. Oggi è la più grande area di sviluppo e riqualificazione in Europa, pari a una volta e mezzo la superficie dell’Expo, ed è oggetto di un ambizioso progetto di rilancio urbanistico, firmato da Renzo Piano e del costo stimato in almeno 2,5 miliardi. La proposta di investimento porta il timbro di Riyad. Mittente, il gruppo Fawaz Alhokair dell’omonima dinastia di imprenditori che in Arabia Saudita ha le chiavi dei 16 maggiori centri commerciali del Regno sotto l’insegna Arabian centers, ma anche di molti shopping mall negli Stati Uniti (per un totale di 2.100 negozi), della catena di alberghi Fas e dell’impresa di costruzioni Fare. La società quotata alla Borsa di Riyad, con 13mila dipendenti e presenza in 17 Paesi, fa capo ai fratelli Abdulaziz, Salman e Abdul Majeed Fawaz, che in Italia stanno peraltro valutando investimenti anche a Roma e Torino.
Fawaz vuole diversificare nel mestiere dello sviluppo di aree. Forte di risorse finanziarie e investimenti che non sono stati messi sotto pressione dal calo del prezzo del petrolio, a differenza di molti fondi sovrani del Medio Oriente. I fratelli sauditi si sono rivolti agli azionisti di Milanosesto: Davide Bizzi e il gruppo immobiliare Sorgente che fa capo a Valter Mainetti. La holding capofila controlla il 100% dell’area su cui sorgeva il vecchio treno di laminazione, gli altiforni T5 e T3, gli impianti Concordia e Pagoda, la stazione ferroviaria di Sesto. Bizzi, socio al 61%, è diventato famoso per aver realizzato a New York il grattacielo 400 Fifth Avenue, ma soprattutto per aver rilevato l’area siderurgica Falck dall’immobiliarista Luigi Zunino e dalla sua Risanamento, finita in concordato. È senza dubbio stata l’operazione più impegnativa della sua carriera. Era il 2010 quando Bizzi chiuse l’acquisto con il supporto delle banche Intesa Sanpaolo, Unicredit, Popolare di Milano, creditori per 460 milioni, alle quali oggi si sono rivolti i manager della Fawaz Alhokair, assistiti dai legali di Pavesi Gatti Bianchi. La Sorgente di Mainetti è l’altro socio chiave: tre anni fa ha comprato poco sopra il 31% di Milanosesto holding e ora valuterà se restare socio, o valorizzare, anche solo in parte, l’investimento.
Non uscirà Bizzi, affiancato dagli avvocati di Linklaters, che da tempo cerca un partner forte per sostenere l’oneroso progetto che dopo sei anni sembra arrivato a un punto cruciale. È infatti attesa entro l’estate la firma della convenzione con l’amministrazione comunale che ha appena approvato in via definitiva la variante al progetto di Renzo Piano per armonizzarlo alle esigenze della futura Città della Salute dove avranno sede l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta. Sempre che vada a buon fine il progetto di bonifica sull’area: 50 milioni a carico di Bizzi, che poi cederà il terreno al Comune di Sesto San Giovanni che a sua volta lo girerà alla Regione. Le risorse messe a disposizione da Fawaz Alhokair, se il piano andrà in porto, serviranno anche a superare questo primo scoglio. E a sostenere la costruzione di abitazioni, centri commerciali e un’area verde seconda solo al Parco di Monza.