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 2016  maggio 11 Mercoledì calendario

Solo un musulmano potrà entrare nell’America di Trump: il sindaco di Londra, Sadiq Khan (che però risponde no, grazie)

Donald Trump sul nuovo sindaco di Londra Sadiq Khan: «Ogni regola ha le sue eccezioni. Per lui la faccio: lui potrà entrare negli Stati Uniti anche se è musulmano». Khan: «No, grazie, non ci sono solo io. Ci sono i miei amici, la mia famiglia e tutti i musulmani con un background simile al mio». Il botta e risposta Trump-Khan è straordinario dal punto di vista della comunicazione politica. Il tycoon populista, uno che non ammette mai un errore, stavolta si esibisce in una netta correzione di rotta. È anche un raro caso in cui la replica di un suo interlocutore ha più impatto della sortita del miliardario che è un maestro nell’uso dei «social media» e della tv. Ha ragione Roger Cohen quando, sul New York Times, presenta Khan come una sorta di «anti-Trump»: campione dell’apertura politica e culturale contro l’isolazionismo, dell’integrazione contro i muri. Qualcuno, tra i democratici, già immagina un «soccorso inglese» per Hillary Clinton. Khan ha detto che verrà negli Stati Uniti prima dell’insediamento del successore di Obama. Magari dirà cose che peseranno in campagna elettorale, ma sarebbe un errore ridurre ad arma anti-Trump un personaggio che può diventare un vero e proprio antidoto globale al temutissimo clash of civilizations: lo scontro di civiltà alimentato da opposte radicalizzazioni nel mondo islamico e anche in un Occidente che rinuncia ad essere società aperta. Uno scontro che Obama e i leader europei hanno sempre cercato di scongiurare dopo gli attentati di Parigi, Bruxelles e San Bernardino e che Trump rischia, invece, di alimentare. Magari finendo per mettere nel suo mirino anche lo stesso neosindaco di Londra (fin qui elogiato) che, sicuramente, è già un bersaglio dei jihadisti.