Corriere della Sera, 11 maggio 2016
L’accordo con la Turchia sui migranti traballa. Potrebbe giovare alla Grecia
Bruxelles Gli atteggiamenti autoritari del controverso presidente turco Recep Tayyp Erdogan stanno mettendo a rischio l’accordo tra Ue e Ankara per frenare o riaccogliere in Turchia i rifugiati siriani e iracheni diretti principalmente in Germania. L’Europarlamento ha replicato all’annuncio di Erdogan di non voler rispettare l’impegno con Bruxelles di modificare la legge sul terrorismo (che utilizza anche per colpire la minoranza curda e gli altri oppositori) escludendo il via libera alla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi diretti nell’area europea di Schengen. Gli eurodeputati pretendono il rispetto di tutte le settantadue condizioni previste. È stato già cancellato l’incontro tecnico Commissione europea-Turchia fissato per venerdì prossimo sui visti. E tra i governi Ue si ragiona sul trasferimento alla Grecia dei sei miliardi promessi ad Ankara nel caso saltasse l’accordo. Dalla riunione a Bruxelles dell’Eurogruppo, che lunedì scorso ha avvicinato un nuovo via libera sul salvataggio di Atene, sono trapelate indiscrezioni su un «Piano B» in questo senso. La Grecia utilizzerebbe i 6 miliardi dell’Unione Europea per organizzare centri di accoglienza per chi ha diritto di chiedere asilo. La grande disponibilità di alloggi turistici (spesso vuoti tra ottobre e maggio) favorirebbe la situazione.