Libero, 10 maggio 2016
Il triste programmino della Valente e le infelici dichiarazioni di De Magistris che fanno rimpiagere i pacchi di pasta di Achille Lauro
L’altro giorno ero a Domenica Live (Canale 5) e a un certo punto è entrata la candidata sindaca al comune di Napoli Valeria Valente, che si è fatta intervistare da Barbara D’Urso. Ordunque: alla domanda circa «i tuoi impegni per Napoli», questa signora si è limitata alle seguenti risposte, nell’ordine: 1) mettere a posto le buche delle strade; 2) comprare mezzi pubblici nuovi; 3) sistemare le scuole; 4) valorizzare le periferie e combattere il degrado; 5) restituire bellezza a Napoli perché «se i ragazzi crescono in luoghi belli si predispongono meglio alla vita». E basta. Un programmino da dipartimento dell’assessorato all’urbanistica, buono per qualsiasi paesello (anche dell’Alto Adige) e ignaro anche solo del tentativo di una visione che strappi Napoli ai suoi problemi drammatici, quelli che ne fanno una realtà memorabile in tutta Europa. In compenso la Valente aveva detto che si è candidata «dopo aver chiesto il permesso al figlio di 6 anni». Ecco. Ora: se questo è il nuovo (è pure renziana) ci sarebbe da rivalutare Achille Lauro coi suoi pacchi di pasta e farina. Ma sarebbe un approccio altezzoso. Forse la signora pensava che il pubblico televisivo della domenica non meritasse orizzonti più ampi, chissà, forse ha ragione lei: del resto parliamo della città che ha eletto De Magistris, uno che ieri ha aperto la campagna elettorale urlando «Renzi vattene, ti devi cacare sotto, cacati sotto». Ergo, coraggio napoletani: peggio di De Magistris non esiste niente.