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 2016  maggio 10 Martedì calendario

Il signor Stanchi, il dirigente del comune di Foggia che timbrava il cartellino al posto della moglie che se ne stava serenamente a casa. E non era il solo

C’è una certa spudoratezza in quel dipendente che, sospettando della telecamera messa dai carabinieri per controllare chi timbrava al Comune di Foggia, impugna un manico di scopa e cerca di abbatterla. Luddismo? Ribellione contro il sistema? La spavalderia sembra più probabile. La stessa mostrata dai suoi 20 colleghi del Servizio Integrato Attività Economiche (13 ai domiciliari e 7 sospesi) che per mesi hanno continuato a non presentarsi al lavoro, o a farlo in ritardo, facendo timbrare ai (pochi) colleghi presenti. E dire che qualche settimana prima alcuni dirigenti erano già stati pizzicati. Come se non fosse successo: i dipendenti hanno continuato nel loro assenteismo patologico come mostrano le immagini ormai stranote di situazioni pressoché identiche: dipendenti che rientrano con le borse della spesa, in tuta dopo la palestra, timbratori seriali con dieci badge a testa che coprivano i colleghi.
L’accusa è quella di truffa ai danni dello Stato. E oggi ci si stupisce. Perché in impigliato nella rete, questa volta, è finito anche un dirigente, proprio quello del Servizio integrato. Che non solo chiudeva un occhio non denunciando i sottoposti, ma di buon grado si adoperava anche lui nell’attività di obliteratore, passando il badge della moglie (anch’ella dipendente), per poi andarla a prendere a casa e portarla in ufficio. Quando accadeva.
La sorte, ironica, vuole che di nome il dirigente faccia Stanchi. Antonio, all’anagrafe. Sessantacinque anni, un diploma scientifico e con inglese scolastico – come recita il curriculum – Stanchi negli ultimi anni è stato una specie di trottola tra gli uffici. Fin da quando, nell’ottobre 2014, l’assessore Eugenia Moffa ne aveva chiesto la rimozione. Secondo l’assessore ostacolava l’attività. E nella lettera spedita al sindaco lamentava vari episodi: quella volta che, il 29 luglio, non si era presentato a un incontro con la Confcommercio lamentando «conflitti d’interesse con le associazioni e la necessità di recarsi dal dentista», quell’altra conferenza di servizio fissata per il 1° agosto per la quale il dirigente si era detto indisponibile, il mancato invio di una relazione sul suo ufficio, i problemi nella redazione del protocollo anti corruzione.
E così le poltrone giravano (Statistica e Censimento, Servizio Integrato, Servizio Informatico, Politiche sociali) ma Stanchi restava lì. E il suo stipendio anche (82.327,51 lordi) secondo il bollettino. Con tanto di premi perché, mentre i badge giravano vorticosamente nel quasi desertico ufficio foggiano, l’organismo indipendente per la valutazione delle performance dirigenziali del Comune attribuiva a Stanchi qualche migliaio di euro in più per «prestazioni superiori alle aspettative del ruolo».
Nell’indagine ci sono altri sei indagati, per adesso senza alcuna misura cautelare imposta. Il sindaco Franco Landella ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile.