il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2016
Giovanni Malagò ha annunciato il suo addio alla presidenza del Circolo Canottieri Aniene
Per capire Giovanni Malagò, che ha annunciato il suo addio alla presidenza del Circolo Canottieri Aniene, il più prestigioso della Capitale, vale la pena raccontare un episodio. Siamo nell’inverno del 2008, a ridosso delle Comunali di Roma poi vinte da Alemanno. All’Aniene è prevista da tempo una serata il cui ospite d’onore è Francesco Rutelli, che ha appena annunciato la sua candidatura. Ebbene, l’appuntamento viene annullato. Perché “date le condizioni politiche, la serata verrebbe interpretata come un nostro endorsement nei confronti di Rutelli e non sarebbe giusto nei confronti dell’altro candidato…”, è la spiegazione di Malagò. L’aria nella Capitale stava cambiando e “Giovannino” aveva intuito dove avrebbe tirato il vento. Ora la notizia del suo addio in quei locali tutti legno e poltrone Chesterfield è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “No, ma non è possibile. Davvero? Magari ci ripensa…”. Queste le reazioni all’interno del circolo che ancora mette d’accordo tutti, camera di compensazione del potere all’ombra del Palazzo, attendibile barometro di fortune o declini di intere famiglie.
L’Aniene non avrà più quello che per 19 anni è stato il suo gran visir, il maestro di cerimonie del luogo che, soprattutto da quando c’è lui, ha visto sfilare tutti i big della politica, dell’impresa e della finanza nazionale e capitolina. Tutto nasce dopo la positività al controllo antidoping di Niccolò Mornati, canottiere del circolo, fratello minore del vicepresidente del Coni e capo della delegazione azzurra alle Olimpiadi, Carlo Mornati, che ha rimesso il mandato ma si è visto respingere le dimissioni. Una vicenda che ha creato imbarazzo al presidente del Coni, Malagò appunto. Un cortocircuito tra le due cariche che ha generato in molti il sospetto di un conflitto di interessi. Così, per evitare di trovarsi in situazioni simili in futuro, Giovannino ha rinunciato all’Aniene. “È una scelta molto dolorosa, il circolo è la mia famiglia. Questa vicenda mi ha ferito e fatto riflettere”, ha detto. Alle prossime elezioni non si ripresenterà. “Per lui sarà come farsi staccare un braccio…”, dicono dall’Aniene. Dove ora lo vedranno entrare solo come socio, magari onorario, e non più nella stanza del presidente, dove lui, fumando un Cohiba, amava ricevere gli ospiti e vagliare le richieste di ingresso degli aspiranti nuovi iscritti (tempo d’attesa medio 30 mesi).