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 2016  maggio 07 Sabato calendario

«Preferirei vendere il Milan a italiani». Così Berlusconi spiazza i cinesi

Ci ha messo la faccia. Letteralmente. Silvio Berlusconi si è piazzato davanti a una telecamera e ha registrato un video. Poi un collaboratore l’ha postato sul suo profilo Facebook (uno dei social su cui era stato pesantemente attaccato dai tifosi) con un titolo semplice ma accattivante: «Parliamo di Milan». Un monologo di quasi tre minuti in cui il presidente rossonero ha trattato gli argomenti di stretta attualità: «Un saluto affettuoso ai tifosi del Milan. Io, come tutti voi, ho il Milan nel cuore e soffro quando va male. Forse un po’ più di voi, perché per farlo grande ho investito più di un miliardo di euro. Solo nell’ultimo anno, ben 152 milioni. Eppure converrete con me che non abbiamo mai visto il Milan giocare così male come quest’anno. Per questa ragione ho trovato il coraggio di cambiare, per arrivare alla finale con la Juventus con qualche speranza in più. In effetti, mi sembra che nel gioco qualche miglioramento si sia visto. Avevamo in casa Brocchi, ottimo allenatore della nostra Primavera. Gli ho chiesto un atto di coraggio e lui mi ha detto di sì. È una persona seria, conosce bene lo stile Milan fin da quando giocava nei nostri pulcini. Ha avuto poco tempo per intervenire sui giocatori e per provare i nuovi schemi di gioco. Siamo stati anche sfortunati nelle ultime partite come a Verona, ad esempio, dove abbiamo perso per un rigore e una punizione che assolutamente non c’erano. Lasciamo lavorare Brocchi in serenità fino al 21 maggio, poi decideremo il da farsi. Fatemi dire: dopo 30 anni che abbiamo festeggiato a champagne e caviale, potremmo anche sopportare con più eleganza un digiuno che sarà passeggero. Infine, a chi mi dice che bisogna vendere, rispondo: ci sto provando da un anno, ma vorrei lasciare il Milan in buone mani e che gli garantiscano un futuro da protagonista. Preferibilmente in mani italiane».
LA SOCIETA’ Berlusconi è partito quindi dal campo, dall’allenatore, ma il succo della faccenda verte sul futuro societario. Sono due i passaggi salienti dell’intervento su Facebook: il primo riguarda l’anno durante il quale ha provato invano a vendere perché, evidentemente, sono mancate le valide credenziali da parte degli acquirenti; il secondo, più importante, riguarda le mani italiane a cui Berlusconi vorrebbe affidare il club. Queste frasi, pur non volendo interpretarle come una chiusura totale nei confronti della cordata cinese, fanno nascere una serie di interrogativi. Ci sono eventuali acquirenti italiani in grado di pagare circa 700-800 milioni per il Milan? Ci può addirittura essere qualche trattativa segreta e già avanzata? Quanto saranno infastiditi gli investitori cinesi dopo queste frasi di Berlusconi? A quest’ultima domanda si può rispondere subito: sono molto infastiditi, e infastiditi è un eufemismo. Da fonti vicine alla Galatioto Sports Partner, ovvero l’advisor del consorzio cinese, filtra grande sorpresa e una certa frustrazione per le parole di Berlusconi e per come sta venendo gestita la trattativa. In pratica la controparte non riesce a capire a che gioco voglia giocare il presidente rossonero, nell’ambito di quello che da sponda cino-americana viene considerato un piano economico molto solido, con acquirenti altrettanto solidi e soprattutto noti a Fininvest. Anche perché – fanno notare – Sal Galatioto, che in carriera ha curato tantissime cessioni/acquisizioni di alto livello, non rischierebbe la reputazione affiancando investitori poco solidi.
E IL DOSSIER? Tutto questo non significa comunque che la trattativa sia saltata per aria. Almeno, non ancora. Questi sono giorni fitti di contatti, sebbene alla luce delle dichiarazioni di Berlusconi e della reazione cino-americana, i punti di domanda siano diventati enormi. Sul tavolo c’è sempre la questione del dossier che dovrà contenere le garanzie bancarie degli investitori cinesi e ciò che continua a filtrare è uno scenario di attesa unito a una parola ricorrente: cautela. Estrema cautela perché il faldone, una volta completato, finirà sulla scrivania di Berlusconi, che deciderà se dargli seguito dando il via libera a un’esclusiva – non vincolante – con i cinesi per un mese. Di certo c’è che il Cda di Fininvest fino a ieri sera non era stato convocato. Al momento si può ipotizzare che Silvio non voglia abbandonare la scena da perdente, magari con un Milan fuori dalle coppe per il terzo anno consecutivo. E può darsi che sia più combattuto di quanto si pensi sulla cessione del club: la ragione, probabilmente, gli suggerisce di vendere, il cuore di tenere la società.

L’ALLENATORE
L’altra parte del discorso presidenziale riguarda la panchina. Pur senza citarlo, il presidente rossonero critica apertamente Sinisa Mihajlovic, difende la sua scelta di affidarsi a Brocchi e sottolinea che il futuro dell’attuale tecnico non è assolutamente segnato. Anzi, Cristian ha la possibilità di meritarsi ancora il Milan: Berlusconi ricorda di aver già visto progressi nel gioco, ammette che non si possa pretendere molto di più visto lo scarso tempo a disposizione dell’allenatore e sposta ogni discussione alla fine della stagione. Berlusconi manda anche un messaggio ai tifosi sottolineando i trionfi della sua gestione. E qui viene a galla l’orgoglio dell’uomo che ha saputo fare grande il Milan portandolo sul tetto del mondo.