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 2016  maggio 07 Sabato calendario

Perché inchiodare la Deutsche da Trani non è una buona idea

Ci sono tanti buoni motivi per attaccare la Deutsche Bank. Ma se la si vuole inchiodare a colpe precise, e fargliele pagare, partire da Trani non è una buona idea. A gennaio il gruppo tedesco dichiarò una voragine di perdite (6,8 miliardi) sul bilancio 2015. La Deutsche Bank è tra gli istituti di credito europei uno dei più speculativi. Colosso dai piedi d’argilla, con un bilancio pieno di derivati, fu sfiorata più volte da timori sulla sua stabilità. Ancora pochi mesi fa è dovuto intervenire il ministro dell’Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, per placare il panico dei mercati attorno a questo gruppo.Ma la procura di Trani che cosa otterrà, aprendo un’indagine sulla Deutsche per manipolazione del mercato, relativa alla vendita di titoli di Stato italiani nel 2011? Probabilmente non più di quanto la stessa procura abbia ottenuto con un’altra delle sue clamorose iniziative, quella diretta contro le tre agenzie di rating americane Moody’s, Standard& Poor’s, Fitch. Clamore, e nient’altro. Forse qualche dirigente delle agenzie di rating a Wall Street si sarà dilettato su Google Map per localizzare la cittadina pugliese. Lo stesso procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, a proposito di un’altra indagine a effetto partita da Trani (su Mps) osservò che «la competenza territoriale sembra sia un optional».Parole di sconcerto ancora più forti vennero espresse dall’ambasciatore americano in Italia, John Phillips. Definì «stupefacente» l’emissione di mandati di cattura da una piccola città «senza alcuna connessione con Standard & Poor’s». Phillips aggiunse: «Negli Stati Uniti è altamente improbabile che un’indagine di questo genere possa essere svolta al di fuori dalle maggiori piazze finanziarie». Si usa così, non per garantire un trattamento di favore ai banchieri. Al contrario.La giustizia americana in quanto a sanzioni contro i colossi della finanza è esemplare per velocità e severità. Mancano all’appello le sanzioni penali ad personam, è vero, ma questo dipende da leggi approvate dal Congresso. Sulle multe però non si scherza. Siamo ormai oltre i 50 miliardi fra penalità e indennizzi prelevati dalle banche di Wall Street (più alcune straniere) dopo la crisi del 2008. L’efficacia si accompagna alla specializzazione dei giudici. Uno di questi, il procuratore di Manhattan Preet Bharara, ha perseguito più di 100 top manager di Wall Street, ha chiuso d’autorità diversi hedge fund, ha inflitto multe miliardarie a colossi che includono Citigroup e Bank of America.Bharara guida una task force specializzata sui reati finanziari, che ha capacità d’intelligence e di analisi equivalenti al centro studi della Federal Reserve. Il suo ufficio, e i pochi altri di New York che concentrano quasi tutte le indagini sul settore bancario, fanno lavoro di squadra con gli specialisti finanziari dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia, con la Federal Reserve e la Securities and Exchange Commission. Questo principio di specializzazione è vincente alla prova dei fatti: perfino le agguerrite “law firm” che lavorano con parcelle milionarie per i banchieri, finiscono per patteggiare e pagare in fretta. Le indagini fanno parlare di sé non solo quando vengono aperte, ma anche quando vengono chiuse: recuperando fondi ingenti che tornano ai clienti danneggiati e ai contribuenti.Altra cosa è riesumare teorie del complotto che danno materiale ai talkshow. Di tutte le nefandezze di cui si è potuta macchiare la Deutsche Bank, la caduta del governo Berlusconi è di gran lunga la più improbabile. Il 2011 vide una grave crisi di sfiducia verso diversi Paesi dell’eurozona, a scommettere sulla disintegrazione furono in tanti, l’intero edificio della moneta unica apparve inadeguato a reggere lo shock. La credibilità finanziaria di alcuni governi, non solo nell’Europa del Sud, fu destabilizzata da ondate di panico. In altre circostanze, dallo scandalo del Libor a quello del Forex, alle dinamiche di mercato si aggiunsero delle vere collusioni illecite fra club di trader e banchieri. Tutte scoperte e sanzionate duramente. Da chi ha le competenze per farlo.