Corriere della Sera, 7 maggio 2016
Italia vs Germania, la saga che non trova fine. L’ultimo sequel lo firma il capo economista della Deutsche
Credevamo di aver avuto un numero sufficiente di puntate del reality show fra Italia e Germania, o più propriamente fra certi italiani e certi tedeschi. Non avevamo fatto i conti con i sequel, che in certi prodotti di cassetta rischiano di essere troppi. Ieri l’ultimo, a firma del capo economista di Deutsche Bank David Folkerts-Landau sul «Financial Times». Eccone qualche breve, incendiario estratto: «Con questa crescita debole, i livelli di debito in Paesi come l’Italia non sono sostenibili». «Più a lungo la politica monetaria (della Bce, ndr) impedisce la necessaria catarsi, più contribuisce alla crescita di una politica populista o estremista». Al contrario, bisogna tornare a dare un prezzo al rischio degli Stati «sulla base del mercato». «E la Bce deve lasciare ai politici la gestione delle crisi di debito che ne seguirebbero inevitabilmente in certi Paesi». C’è poi il sequel anche dell’altra saga, quella in cui il cattivo è il presidente della Bce Mario Draghi. Nelle parole di Folkerts-Landau: «Draghi è in malafede nell’accusare i politici di non agire. È stato lui a permetterglielo». E ancora: «La politica monetaria è diventata la minaccia numero uno per la zona euro». Ora, rispondere sarebbe persino divertente, per chi ama il genere. Al netto degli interessi, il surplus di bilancio di Roma è pari a quello di Berlino (se si considera il ciclo economico, è anche migliore). E strappa un sorriso che invochi «la catarsi» di una «crisi di debito» il capo economista di una banca che i mercati guardano con profondo sospetto. Ma il punto è un altro. È tempo di una storia con toni diversi. Italiani e tedeschi non sono tutti così.