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 2016  maggio 08 Domenica calendario

Il Guardian critica i giornali che commentano l’elezione di Khan. Quando il politicamente corretto nega i fatti storici

Il Guardian è un giornale grande e generoso. Fa giornalismo di eccellenza, e coltiva (finché può) l’utopia del gratuito sul web. È anche un bastione della stampa liberal: ne è anzi l’epitome nelle qualità (fermezza, cultura) e nei difetti (sicumera, snobismo). Ieri era l’unico giornale al mondo a non scrivere sulla homepage che Sadiq Khan è il primo sindaco musulmano di Londra. Non bastasse, ha titolato un pezzo così: «La reazione della stampa globale è un mix di curiosità e ignoranza». Ignoranza? Il Guardian non riusciva a capacitarsi di come i media extrabritannici fossero colpiti dalla religione del vincitore, «ignorando» la vocazione di Londra a una scelta del genere. Ed elencava un po’ di giornali ignoranti: francesi, olandesi, tedeschi. Giornali che, come il Corriere, raccontavano la storia del figlio di pachistani, i suoi studi, la sua tenacia. E certo, la sua fede. Che volgarità! Perché con l’ossessione del politicamente corretto, il Guardian si sforzava di far finta che la scelta di un musulmano in una delle capitali dell’Occidente fosse normale, e non un fatto storico. Con il paradosso che un giornale che crede (a ragione) nell’esistenza di un Islam moderato e nella sua piena compatibilità con la democrazia, sceglieva di non registrarne la prima, straordinaria conferma. Fingeva che fosse ovvia.
Per fortuna, bastava un salto sul sito del Telegraph per uscire dalla cappa di ipocrisia: il giornale vicino ai conservatori li criticava per aver avallato il gioco sporco del rivale di Khan, Zac Goldsmith. Che aveva accostato il laburista di origine asiatica all’estremismo islamico: roba pesante, in una città già colpita dal terrorismo jihadista e tuttora nel suo mirino. Ci vorranno molti Khan perché un sindaco musulmano – a Londra, a Parigi, a Milano – non sia più una notizia. Ma per capirlo ci vuole un po’ di ignoranza. Quella sana.