Il Sole 24 Ore, 9 maggio 2016
Identikit dell’italiano medio che non riesce a pagare la rata del mutuo
Risparmiatori in affanno, con un forte arretrato con le rate del mutuo o del credito al consumo per un valore che nel 2015 ha raggiunto quota 34 miliardi, più della metà del totale dei crediti da recuperare. Ma anche i cosiddetti “clienti cessati”, che hanno cambiato operatore per i servizi di luce, gas o telefonia con bollette non pagate per 5,8 miliardi. Sono queste le due tipologie più frequenti di debitori che le società di recupero crediti devono rintracciare per conto dei loro “committenti”. Ai primi si riferiscono quasi 7 milioni di pratiche con un valore medio di 4.972 euro. Per loro il conto da saldare è salato, perché è decaduto il cosiddetto “beneficio del termine”, previsto dall’articolo 1.186 del Codice civile e devono rimborsare non solo le rate dimenticate ma l’intero importo del prestito in un’unica soluzione più gli interessi e le spese previste contrattualmente. A quel punto gli addetti al recupero crediti cercano di trovare un accordo tra le parti, con soluzioni sostenibili per il debitore, in alternativa alla dichiarazione di insolvenza, che comporterebbe un’azione giudiziale. Lo scorso anno il tasso di recupero ha registrato un miglioramento di tre punti rispetto al 2014 e si situa al 10 per cento.
Ben 8 milioni di pratiche riguardano invece i clienti che hanno cambiato operatore con un importo medio da restituire di 692 euro. Solo l’8% delle somme vengono però recuperate. «L’apertura del mercato con la portabilità del numero nelle tlc e la maggiore facilità nel cambiare fornitore di energia – sottolinea il rapporto di Unirec – ha avuto come ricaduta diretta una maggiore difficoltà, da parte dei committenti, nel fornire informazioni puntuali per individuare il debitore».
A livello generale è il settore bancario-finanziario e leasing quello in cui si concentra la metà delle pratiche e l’80% degli importi da recuperare, con un peso che cresce di anno in anno. Se la parte più consistente riguarda le rate accumulate in “post beneficio del termine” di cui si parla sopra, il 26% degli importi da recuperare si riferisce a posizioni in ritardo con il rimborso delle rate, ma che conservano il “beneficio del termine” e quindi possono ancora rimborsare il prestito a rate. Le utilities e le tlc rappresentano invece il 14% delle somme da recuperare. Qui le pratiche affidate hanno registrato una flessione del 25% rispetto al 2014. Seguono a netta distanza i crediti commerciali, con 2,1 milioni di pratiche e 2,7 miliardi di euro affidati, pari rispettivamente al 6 e al 5% del totale. Le quote minori sono invece rappresentate dai crediti assicurativi e da quelli della Pubblica amministrazione.