Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 09 Lunedì calendario

Volare in low cost. La scelta del cardinale Parolin

Una foto scattata due giorni fa ritrae il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, mentre scende all’aeroporto di Vilnius da un volo Ryanair. Inviato da Francesco in Lituania come “legato pontificio” per il Congresso nazionale della misericordia – il viaggio toccherà anche l’Estonia e la Lettonia – Parolin ha scelto un volo low cost. Certo, conoscendo lo stile di vita all’insegna della sobrietà del porporato vicentino la notizia non sorprende più di tanto. Tuttavia, a ben vedere, in un momento in cui gli scandali, anche finanziari ed economici, non mancano di far parlare di sé sotto il Cupolone, la scelta di Parolin resta significativa: Oltretevere c’è una curia che anche nei suoi massimi vertici sa lavorare in silenzio e senza cedere negli eccessi già denunciati da Francesco nel discorso alla curia romana del 22 dicembre 2014. Fra le 15 malattie spirituali elencate c’era anche quell’accumulo di beni materiali col quale «l’apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore». Non ne ha necessità, ma in questo modo «si sente più sicuro».La scelta di Parolin, dicono in Vaticano, è «personale». E, dunque, proprio per questo motivo significativa. Non essendoci in merito direttive generali da parte della Santa Sede, il volo di Parolin diviene un segnale che egli dà a tutti: anche i cardinali, in sostanza, possono e devono dare l’esempio. Del resto, così faceva pure il cardinale Bergoglio. Arcivescovo di Buenos Aires, volava sempre in classe economica. E nel medesimo modo egli fece il 27 febbraio del 2013, quando dall’Argentina arrivò a Roma per il conclave. Dal Vaticano gli era stato mandato un biglietto di prima classe. Ma lui lo cambiò con uno di classe economica, chiedendo soltanto la cortesia di un posto vicino all’uscita d’emergenza perché la sciatica lo tormentava in occasione dei viaggi lunghi e lì c’era un po’ più spazio per le gambe.Francesco non è un pauperista, né vuole che prelati e preti lo siano. Semplicemente, come disse il segretario della Pontificia commissione per l’America Latina, Guzmán Carriquiry, alla Radio Vaticana lo scorso luglio, «è pastore che vede e si commuove in ogni incontro con i poveri». Nella consapevolezza che sono loro a portare «nelle proprie piaghe ciò che ancora manca alla passione di Cristo». Dalla parte dei poveri sa stare anche Parolin che nel suo lungo servizio di nunzio in Venezuela non aveva mancato di valorizzare i santi più cari alla popolazione locale: popolari, impegnati con i poveri, profetici con i regimi dittatoriali, come quel José Gregorio Hernández Cisneros, medico e religioso vissuto a cavallo del ‘900, del quale prima di partire egli pregò per la beatificazione.È forse anche per questo tratto “popolare” che Francesco ha scelto Parolin come segretario di Stato il 15 ottobre del 2013. Perché lo sentiva vicino al suo modo di operare. Lui, Bergoglio, che come testimoniano alcune foto diffuse in rete in questi giorni, se non fosse stato eletto al soglio di Pietro avrebbe scelto di abitare in una piccola stanza, spartana ed essenziale – si vedono un letto, una poltrona, un armadio a muro e un ventilatore a piantana – all’interno del “pensionamento” presso la Casa sacerdotale di Buenos Aires “Monseñor Mariano A. Espinosa”. Già poco prima di compiere i suoi 75 anni (17 dicembre 2011), aveva scelto la stanza numero 13. Come scrive il sito Il Sismografo riportando una dichiarazione di una religiosa della capitale argentina, chiese la stanza dicendo: «Preferirei che non fosse in un piano alto. Non voglio stare al di sopra di nessuno, dunque la trovi piuttosto in una collocazione bassa».