9 maggio 2016
Carlo Calenda sarà il nuovo ministro dello Sviluppo economico • Renzi ammette che «la questione morale nel Pd esiste» • Caos liste a Roma: escluso Fassina • Trump attacca Hillary Clinton: «Complice di Bill, grande abusatore di donne» • L’Europa invia agenti antiterrorismo nei centri profughi in Italia e Grecia • Secondo l’ultimo sondaggio Demos in Europa cresce ovunque la domanda di sorvegliare i confini
Calenda Carlo Calenda sarà il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Lo ha annunciato ieri sera Matteo Renzi durante Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio, su Rai3. Calenda, ambasciatore italiano a Bruxelles, insediato da poche settimane, già viceministro dello Sviluppo economico, lascerà il lavoro appena iniziato nella capitale europea e tornerà a Roma. Renzi ieri sera ha annunciato di averne già parlato con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e che il nuovo ministro giurerà al Quirinale questa settimana: «Lo avevamo mandato a Bruxelles, ma non immaginavamo lo scandalo dell’inchiesta di Potenza, a noi serve uno importante che sia in grado di maneggiare il ministero, uno che già governava la macchina, che sia in grado di impostare un lavoro proiettato sul futuro e Calenda è la persona giusta» (Galluzzo, Cds).
Questione morale Sempre a Che tempo che fa Renzi ha affrontato le polemiche sulle inchieste che hanno colpito tanti esponenti del Pd: «La questione morale esiste, sì. Chi la nega, nega la realtà. Esiste, è un dato di fatto: abbiamo 50 mila amministratori e in troppi casi le cose non girano». Ma ci sono anche dei distinguo: «Abbiamo anche amministratori che vengono assolti dopo 8 anni». Secondo distinguo: «Lo scorso anno ad Ercolano ho commissariato un intero partito, ho imposto un 38enne, Ciro Bonaiuti, che viene minacciato ogni settimana dalla camorra». Due dati di fatto per un’impostazione che rifiuta qualsiasi scontro con la magistratura: «Non si deve tornare a un clima di giudici contro politici. Noi abbiamo cambiato le regole sulle corruzione. Prima il patteggiamento era quasi un investimento, restituivi solo un terzo, ora restituisci tutto». Quindi: «A me i giudici non fanno paura, i cittadini non possono avere paura. Dico solo fate il vostro mestiere e andate a sentenza in fretta. Il governo deve fare le leggi e loro devono applicarle: tutto il resto è basso parapiglia» (ibidem).
Fassina Ieri, per motivi diversi, le Commissioni elettorali deputate a vagliare la regolarità delle candidature hanno escluso dalle amministrative due partiti. Il caso più clamoroso a Roma, dove le liste di Stefano Fassina — l’ex viceministro dem in pista per Sinistra Italiana — sono state dichiarate inammissibili per una serie di macroscopici errori: quelle comunali, una civica e una politica, sarebbero in molti casi prive della data di autenticazione delle firme, col risultato di non raggiungere le 2mila sottoscrizioni valide per gareggiare; mentre gli elenchi per i municipi sarebbero stati compilati su moduli vecchi, non aggiornati in base alle nuove norme della legge Severino. Due vizi formali, il primo dei quali difficilmente sanabile, che lascerebbero la sinistra radicale senza candidato per il Campidoglio. Fassina, «stupito» per il respingimento, dice: «Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, altererebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella Capitale. Presenteremo subito ricorso». A Milano invece è stato fatto fuori Fratelli d’Italia mancava la dichiarazione degli aspiranti consiglieri di non rientrare nei casi di incandidabilità previsti dalla Severino. «Stiamo rimediando», ha subito rassicurato l’ex ministro La Russa, «abbiamo già presentato istanza di autotutela ma, se necessario, ci rivolgeremo al Tar e al Consiglio di Stato» (Vitale, Rep).
Trump Sabato, in un comizio a Spokane, nello Stato di Washington, Donald Trump ha detto: «Bill è l’uomo che ha più abusato delle donne nella storia della politica. Nessuno, nessuno si è comportato come lui. E alcune di queste donne sono state distrutte non da lui, ma da Hillary Clinton che è stata sua complice. Hillary le ha trattate in modo orribile, quando tutto è finito». Trump si riferiva, evidentemente, alla relazione di Bill con Monica Lewinsky. Ma il 22 aprile 2015, due ore dopo l’annuncio della candidatura di Hillary, l’ex stagista, interpellata dalla Cnn , dichiarò che avrebbe sostenuto l’ex First Lady (Sarcina, Cds).
Hotspot Almeno 150 agenti specializzati di Europol per controllare l’identità dei migranti che si trovano negli «hotspot», i centri di identificazione e smistamento di Italia e Grecia. L’ipotesi ventilata nei giorni successivi agli attentati di Parigi del novembre scorso, trova conferma nelle dichiarazioni del colonnello Manuel Navarrete, il direttore del Centro antiterrorismo istituito dall’Unione Europea, al quotidiano spagnolo El País . E al Viminale si mettono a punto i piani operativi per evitare che la missione di trasformi in una sorta di «commissariamento». Le squadre saranno composte da guest officers , che sono «ufficiali dei vari Paesi membri, addestrati per un certo periodo da Europol per svolgere questo preciso ruolo». Secondo Navarrete il loro compito è anche quello di «lottare contro le reti di immigrazione irregolare, partecipare alla guerra contro il traffico di esseri umani e tocchiamo anche il tema della sicurezza, così importante per tutti». Il problema è l’integrazione con il lavoro delle forze dell’ordine italiane. Per questo già nei prossimi giorni saranno convocate riunioni operative per evitare sovrapposizioni, ma soprattutto «interferenze». L’idea è che partecipino come «osservatori» alle procedure condotte dagli italiani e possano fornire un supporto per le verifiche sulle identità delle persone, proprio attraverso un accesso veloce alle banche dati, visto che il Centro europeo possiede «informazioni relative ad altri delitti, come il traffico di armi e i crimini finanziari, che possono essere associati al terrorismo». Ma senza interferire proprio per evitare che la presenza si trasformi in realtà in un «controllo» (Sarzanini, Cds).
Confini In Europa, cresce dovunque la domanda di sorvegliare i confini. Lo dicono i dati del sondaggio di Pragma (febbraio 2016) per l’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, curato da Demos per la Fondazione Unipolis. Nei Paesi europei dov’è stata condotta l’indagine, coloro che insistono a rivendicare frontiere aperte, in Europa, costituiscono una minoranza limitata. Mentre la maggioranza dei cittadini vorrebbe reintrodurre i controlli. Sempre, non in circostanze particolari. In Italia lo sostiene oltre metà delle persone intervistate. La domanda di chiusura, risulta ovunque più elevata fra le persone anziane. Parallelamente, la fiducia nell’Ue è più alta presso i più giovani (Diamanti, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)