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 2016  maggio 09 Lunedì calendario

La nomina di Calenda è un messaggio sbagliato a Bruxelles

La scelta di Carlo Calenda per il ministero dello Sviluppo è una buona scelta. L’uomo ha le capacità, la preparazione e il curriculum per ricoprire il nuovo ruolo in modo efficace. Peccato che solo pochi mesi fa Matteo Renzi avesse usato Calenda, allora vice-ministro, per scardinare l’establishment diplomatico nominando lui, un politico, a capo della Rappresentanza italiana presso la Ue. Erano, quelli, i mesi della grande rottura tra il premier italiano e le istituzioni comunitarie. E Renzi aveva sacrificato un ambasciatore esperto come Stefano Sannino per nominare un politico che, a suo dire, «sapeva battere i pugni sul tavolo». Di pugni sul tavolo, per fortuna, Calenda ne ha battuti pochissimi. Ed è anche grazie alla sua intelligenza e ai suoi consigli se, nel frattempo, Renzi ha corretto il tiro ed è tornato ad essere il miglior amico di Jean Claude Juncker. Missione compiuta, allora? No di certo. A Bruxelles la sostituzione farà, al più, sollevare qualche sopracciglio. Ma rafforzerà l’idea che il nostro governo guardi all’Europa solo come ad uno dei tanti terreni di esercitazione per le alchimie di politica interna. E questo è un messaggio sbagliato. Un piccolo disastro diplomatico, confezionato dai politici.