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 2016  maggio 09 Lunedì calendario

Renzi ha scelto Carlo Calenda come ministro dello Sviluppo economico

Carlo Calenda sarà il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Lo ha annunciato ieri sera Matteo Renzi durante la trasmissione di Fabio Fazio, su Rai3. Calenda, ambasciatore italiano a Bruxelles, insediato da poche settimane, già viceministro dello Sviluppo economico, lascerà il lavoro appena iniziato nella capitale europea e tornerà a Roma.
Renzi ieri sera ha annunciato di averne già parlato con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e che il nuovo ministro giurerà al Quirinale questa settimana. È in qualche modo un colpo a sorpresa: la scelta premia una persona che ha un grande feeling con il premier e che in questi anni si è distinto per aver guidato numerose missioni internazionali di imprese italiane: «Lo avevamo mandato a Bruxelles, ma non immaginavamo lo scandalo dell’inchiesta di Potenza, a noi serve uno importante che sia in grado di maneggiare il ministero, uno che già governava la macchina, che sia in grado di impostare un lavoro proiettato sul futuro e Calenda è la persona giusta».
Renzi ha anche confermato che la settimana che si apre oggi sarà quella buona per la legge sui diritti civili degli omosessuali: «Mettiamo la fiducia, l’Italia avrà finalmente una legge per le persone omosessuali, qualcuno avrebbe voluto una legge più coraggiosa, qualcun altro una melina. Per alcuni cambia poco, ma per tanta gente arriva una cosa che aspettavano da anni». Poi Renzi ha affrontato le polemiche sulle inchieste che hanno colpito tanti esponenti del Pd: «La questione morale esiste, sì. Chi la nega, nega la realtà. Esiste, è un dato di fatto: abbiamo 50 mila amministratori e in troppi casi le cose non girano». Ma ci sono anche dei distinguo: «Abbiamo anche amministratori che vengono assolti dopo 8 anni». Secondo distinguo: «Lo scorso anno ad Ercolano ho commissariato un intero partito, ho imposto un 38enne, Ciro Bonaiuti, che viene minacciato ogni settimana dalla camorra».
Due dati di fatto per un’impostazione che rifiuta qualsiasi scontro con la magistratura: «Non si deve tornare a un clima di giudici contro politici. Noi abbiamo cambiato le regole sulle corruzione. Prima il patteggiamento era quasi un investimento, restituivi solo un terzo, ora restituisci tutto». Quindi: «A me i giudici non fanno paura, i cittadini non possono avere paura. Dico solo fate il vostro mestiere e andate a sentenza in fretta. Il governo deve fare le leggi e loro devono applicarle: tutto il resto è basso parapiglia».
Infine il referendum costituzionale di ottobre, il perché si gioca tutto e perché ha personalizzato il risultato, legandolo al suo destino: «Se vince il sì ci sono meno politici, le Regioni hanno meno poteri e i consiglieri regionali meno soldi. Dopo sei letture parlamentari e due anni di lavoro se perdo, come faccio a rimanere? È una questione di serietà politica». In serata Renzi, raggiungendo il candidato sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al circolo Arci di Lambrate lo ha ringraziato del «coraggio» e ha pronosticato: «Vinciamo al ballottaggio».