la Repubblica, 8 maggio 2016
Il derby politico-giudiziario tra Cinquestelle e Pd
L’avviso di garanzia al sindaco di Livorno è ottimo per alimentare il derby politico-giudiziario tra Cinquestelle e Pd. Un telecronista direbbe che può consentire al Pd, assediato nella sua area dopo l’arresto del sindaco di Lodi e la condanna di Soru, di rifiatare e tentare un rapido contropiede. Chi è nella fortunata condizione di essere fuori da quello stadio (ne ode solo, in lontananza, cori e boati) cerca di leggere le cronache e capirci qualcosa. Nello specifico, per ora, un solo addebito da muovere al sindaco di Livorno (non senza augurargli di uscirne bene, e presto, perché amministrare una città è un lavoro difficilissimo ed espone anche gli onesti a errori formali e inciampi giudiziari). L’addebito è questo: ha dichiarato di essere pronto a dimettersi «se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del Movimento». Non lo faccia, signor sindaco, per questa semplice ragione: i principi ai quali lei, come chiunque altro, deve attenersi, non sono quelli «del Movimento», ma quelli della Repubblica italiana. Lei non è colpevole fino a che un processo non lo dimostri e una sentenza non lo dichiari. E questo non è “garantismo”. Questa è la legge.a