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 2016  maggio 08 Domenica calendario

Campo Dall’Orto vorrebbe portare in Rai Crozza e Bonolis

Il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto è notoriamente persona che conosce la tv, intesa come primario mezzo di comunicazione. Ha diretto quella vera, ruspante, quella che piace ai giovani, Mtv. Riflette, ha una visione, e Giovanni Minoli, che ieri lo ha intervistato in uno dei suoi mitici «Faccia a faccia», come ai tempi di Mixer, non gli ha permesso di dirla. Lasciando tutto il pubblico del Festival della tv con la curiosità: ma come sarà la Rai alla fine del suo mandato? Come saranno i nuovi palinsesti? E siccome Campo Dall’Orto, detto Cdo, è uomo di poche parole, e certamente non di slogan, il faccia a faccia si è risolto in un divertente duetto dove Minoli porgeva domande secche alle quali il direttore generale cominciava a rispondere con i tempi suoi, e l’interlocutore lo interrompeva. Così, le parole di Cdo trascoloravano in un quieto borbottio. 
Nuovi formar
Notizie, se così si può dire: alla Rai dovrebbe tornare Bonolis. D’altronde lui è un grande professionista che non ha mai avuto una sola bandiera, è sempre passato lietamente dalla tv di Stato a Mediaset. Né Alessandro Cattelan né Andrea Vianello prenderanno il posto di Massimo Giannini a Ballarò. E sì, il direttore generale vorrebbe anche Crozza («l’ho scoperto io», citazione di Pippo Baudo): «Se lei mi elenca tutti i più bravi – dice a Minoli – e certo che mi farebbero piacere alla Rai». Vespa resterà, ma forse ci sarà anche qualcun altro, a condividere le seconde e terze serate; è stato un errore consentire al figlio di Riina che desse la liberatoria alla messa in onda dell’intervista, dopo l’intervista medesima, e non prima, come usa. È stato scelto direttamente da Renzi, il cinquantunenne Cdo: e così Minoli gli ha malignamente mostrato un’intervista di tre anni fa, realizzata proprio qui a Dogliani, in cui il non ancora presidente del Consiglio, ma segretario del pd, proclamava a Letta amicizia sconfinata. «Renzi le ha fatto i complimenti: non le fanno paura?». Cdo ha glissato.
Da non trascurare il tema «contratto di servizio per la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo», scaduto il 6 maggio. È un contratto legato ad alcuni doveri che la Rai dovrebbe ottemperare. «E infatti non mettiamo la pubblicità su Rai Yo Yo», ha affermato il direttore generale, e mancava che Minoli gli facesse «buuuh». 
Fiction sistema industriale
In cambio di questo contratto di servizio, lo Stato riconosce il canone, che la Rai ha in esclusiva. Però: ha ricordato l’implacabile inventore del Posto al sole: «Cairo dice: perché sono di servizio pubblico le interviste di Annunziata e non quelle di Gruber, o gli show di Conti e non quelli di Crozza. Che risponde?». E Cdo ha glissato. Ha però parlato di condivisione della tv, «Non sarà più la cattiva maestra». E tutte quelle reti tematiche, undici, non sono troppe? E Cdo: «No». 
Grande importanza il direttore generale dà alla fiction, lo ha ribadito con il direttore del comparto, Tinny Andreatta. «È fondamentale un linguaggio tecnico adeguato». Anche se Zalone, chiamato al telefono dal produttore Pietro Valsecchi, ha scherzato: «Il futuro delle fiction? Non farle più». Poi, più serio: «Ho visto scimmiottare le produzioni estere, soprattutto Usa con risultati scadenti. Io resterei sull’italiano, rilanciando la fiction senza scopiazzare».