La Gazzetta dello Sport, 7 maggio 2016
Londra ha un sindaco musulmano, fatto che risulta tanto più significativo perché l’anno scorso lo scrittore francese Michel Huoellebecq ha pubblicato un romanzo di gran successo, intitolato Sottomissione, nel quale si immagina che la Francia, nel 2022, diventi musulmana grazie alla regolare vittoria elettorale di un partito islamico alleato con i socialisti

Londra ha un sindaco musulmano, fatto che risulta tanto più significativo perché l’anno scorso lo scrittore francese Michel Huoellebecq ha pubblicato un romanzo di gran successo, intitolato Sottomissione, nel quale si immagina che la Francia, nel 2022, diventi musulmana grazie alla regolare vittoria elettorale di un partito islamico alleato con i socialisti. Nel romanzo, insieme a una valanga di soldi di provenienza araba, l’evento provoca cambiamenti epocali nella società francese. L’analogia del voto londinese con le cose immaginate da Houellebck è piuttosto forte. Tra l’altro anche nel voto di Londra, il sindaco musulmano è stato portato dal partito di sinistra, cioè il Labour, che ha vinto solo nella Capitale e ha perso in tutte le altre circoscrizioni, con un vero tracollo in Scozia, dove un tempo dominava quasi senza avversari.
• Di che elezioni si trattava?
Comunali in Inghilterra e regionali in Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Più Londra. Londra va considerata a parte intanto per la sua peculiarità, quasi nove milioni di abitanti che crescono al ritmo di centomila l’anno, dove si parlano 300 lingue e convivono 150 nazionalità diverse. L’elezione ammette al voto anche i residenti non inglesi (Londra è la quinta città italiana dopo Roma, Milano, Torino e Napoli) e si svolge con un sistema particolarissimo: ciascun elettore ha a disposizione un voto di prima scelta e un voto di seconda scelta. Se con i voti di prima scelta nessun candidato raggiunge la maggioranza del 50%+1, si vanno a vedere i voti di seconda scelta dei candidati che si sono piazzati dal terzo posto in poi. Saranno le loro seconde scelte a decidere. Comunque, il vincitore sicuro Sadiq Khan ieri sera, a spoglio in corso, aveva il 45% dei consensi e il suo avversario Zac Goldsmith era staccato di dieci punti.
• Diciamo qualcosa di questo sindaco.
Il padre è emigrato dal Pakistan nel 1960, e ha campato la vita facendo l’autista di autobus. La madre ha dato una mano facendo la sarta in casa. Otto figli (sette maschi e una femmina) che si sono adattati a vivere in tre stanze nel quartiere di Tooting, a sud della capitale. Letti a castello da tutte le parti. Sadiq ha 45 anni, ha studiato alla Fircroft Primary School («ci hanno abituati a lavorare duro»), poi s’è laureato in legge alla University of North London, ha rinunciato a fare l’avvocato e s’è buttato subito in politica. È contrario all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, oscilla tra il capo partito Corbyn, il comunista, e il destro Tony Blair, ha vinto a sorpresa le primarie contro la favoritissima Tessa Jowell, che aveva il torto di essere la candidata del partito. Non sono tempi felici per gli establishment, questi, di qualunque tipo siano.
• Rapporti con l’islamismo fondamentalista? Perché Londra ha pagato un duro prezzo...
A domanda, Sadiq ha risposto: «Per me, essere musulmano significa pregare, digiunare durante il Ramadan, mangiare cibo halal. Sono musulmano, britannico, europeo, laburista, avvocato, padre. Ho amici di tutte le religioni e amo Londra perché le rispetta tutte. Mi si spezza il cuore, quando sento che Trump vuole cacciare i musulmani. Quanto all’estremismo, si batte riconoscendo che esiste. Lottando per l’integrazione. Dando modelli positivi ai giovani. Ci vuole un villaggio per allevare un bambino, come diceva un politico di nome Barack Obama». Tratto molto illuminante: è favorevole ai matrimoni omosessuali, posizione che lo ha messo a rischio attentati da parte dei suoi stessi correligionari (minacce, ecc.).
• Conseguenze di questo voto?
Intanto sul partito laburista, che ha vinto a Londra ma ha perso nel resto del Paese. Il messaggio di Corbyn, diventato a sopresa segretario del Labour otto mesi fa, non ha evidentemente attecchito, benché fortemente anticapitalistico, dunque anti-establishment. Le dimensioni della sconfitta però non sembrano tali da metterne in discussione la leadership. Si prevede però che alle politiche del 2020, i laburisti perdano ancora una volta. Corbyn potrebbe essere rovesciato nel congresso dell’anno prossimo? Non è facile, perché votano alle primarie del partito tutti gli iscritti e non solo i deputati e i delegati, come si faceva prima. Il bagno di popolo sembrerebbe favorirlo.
• Il vero appuntamento è però il referendum di giugno, quando gli inglesi dovranno decidere se uscire o no dalla Ue.
La cosiddetta Brexit. Il nuovo sindaco di Londra, come il premier Cameron, è un europeista convinto. La leader del Partito nazionalista scozzese, Nicola Sturgeon, ha vinto bene in Scozia, anche se non ha più la maggioranza assoluta. Se a giugno dovesse vincere la fazione che vuole uscire, la Sturgeon manovrerà perché almeno la Scozia resti o torni nella Ue.