Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 06 Venerdì calendario

Emma Thompson s’è stancata di votare Labour

«Non voglio morire senza che sia stata raggiunta l’uguaglianza degli stipendi tra uomini e donne». Franca, chiara, diretta, Emma Thompson – attrice, sceneggiatrice, vincitrice di due premi Oscar – è anche pratica. Ha 57 anni e per 40 ha votato per il partito laburista. Sente ora il bisogno di provare qualcosa di nuovo. «Mi dà fastidio che nessuno parli di temi fondamentali come la parità. La politica oggi si limita a trattare argomenti sexy».
Ammira ancora, dice con diplomazia, Jeremy Corbyn, ma non si sente più rappresentata dal Labour. Il suo voto, per sindaco di Londra, è andato a Sophie Walker, la candidata del Women’s Equality Party, partito che, pur essendo stato fondato solo un anno fa, è lo schieramento politico che in Gran Bretagna sta crescendo più in fretta. Ha già più di 45.000 membri e 73 sezioni. Gli uomini, in più, rappresentano un terzo dei volontari.
«Vivo e lavoro a Londra da 30 anni e oggi è peggio che mai – precisa Thompson – La parità è necessaria non solo per le donne, ma per tutta la società». Se nelle elezioni del 2010 9.1 milioni di donne non hanno votato forse la ragione è che «non si rispecchiano nel panorama politico odierno». «La mia generazione è cresciuta credendo fermamente che prima o poi saremmo state pagate quanto gli uomini e avremmo avuto le stesse opportunità. Ci sono stati dei cambiamenti e dei miglioramenti, ma bisogna ammettere che le nostre aspirazioni e i nostri sogni non si sono avverati».
La sua è la stessa frustrazione che ha portato la presentatrice e scrittrice Sandy Toksvig e l’autrice e giornalista Catherine Meyer a fondare il nuovo partito, che si batte per la parità in tutti i campi, dalla scuola al posto di lavoro, dalla maternità alla cura degli anziani e gli invalidi. «In nessun paese al mondo c’è vera uguaglianza e questo è uno spreco vergognoso di potenzialità. Riconoscere, integrare e utilizzare in pieno le donne vuole dire creare una società più equa, un’economia più vivace e una sfera politica migliore».