Libero, 5 maggio 2016
«Mi alzo bagnato e molto arrapato». Il pm mette agli atti del processo le lettere che Bossetti scrive a un’altra detenuta
Il pubblico ministero Letizia Ruggeri, che conduce l’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio, per il quale è in carcere dal 16 giugno 2014 Massimo Bossetti, ha ottenuto dalla Corte di Assise di Bergamo di far mettere agli atti del processo la corrispondenza epistolare tra il carpentiere di Mapello e tale “Gina” detenuta, come Bossetti, nel carcere di Bergamo. In tutto quaranta missive (anticipate dal settimanale Giallo) molte delle quali dai toni piccanti, utili secondo l’accusa perché, per contenuto e termini utilizzati dal mittente, potrebbero essere riconducibili alle ricerche a sfondo pedopornografico fatte dall’imputato sul suo pc. Ad esempio quele del 29 maggio 2014: “ragazzine con v...rasate” e ancora “ragazzine rosse tredicenni per sesso, ragazze rosse con poco pelo su v...”.
«Cara Gina», scrive 13 gennaio Bossetti, «spesso di notte ti peso, sai che dormo a pancia in giù, accarezzo l’angolo del tuo cuscino perché immagino come quando toccavo il seno di mia moglie, ora mi immagino con te e spesso», confessa il muratore con lo stato di eccitazione di un orango, «mi alzo bagnato e molto arrapato, perché sogno di fare l’amore come quando lo facevo a casa con mia moglie». Sono quasi due anni che l’imputato non vede una donna, nemmeno Gina l’ha mai vista, «ai colloqui maschili ho intravisto una ragazza con la coda bionda che continuava a fissarmi, ma non ti conosco, come posso sapere se sei tu o qualcun’altra?». I due sono sono amici di penna, «Gina, parla e confidati se vuoi, dì tutto quello che vuoi o sapere su di me e io farò altrettanto. Tra due amici non ci sono segreti di nessun genere. Gina, cosa è un amico?». Un amico stando alle altre letterine è uno che si vanta di quanto ce l’ha lungo e di come lo tenga in ordine tra cremine e depilazioni settimanali. 17 gennaio, Bossetti si descrive, «sono alto 1,70, peso 60 kg, corpo esile carnagione chiara, amo il sole e le lampade abbronzanti, mi piace il colore che la pelle assume». Poi passa ai dettagli più segreti: «La depilazione che faccio io, per intenderci una volta per tutte, si tratta di ascelle, petto e tutto sotto». Di depilazione ne hanno parlato già altre volte e lui ha confessato che «mi piaci per come sei... Mi piace che lasci una striscetta solo sopra...che senza niente come piace a me». Parole queste secondo l’accusa importanti perché rimandano alle ricerche pedopornografiche. La descrizione di sé continua e raggiunge l’acme quando gli racconta che, operato di ernia inguinale, una caposala mendicandolo disse: «“Bossetti, complimenti che mazza”...ti giuro non voglio vantarmi, ma su questo aspetto la natura ha fatto una bella cosa».
Con il passare delle settimane il linguaggio si fa più esplicito e parte quella che Ugo Tognazzi, nel film Amici miei, usava chiamare «la telesega». A dividerli non la cornetta telefonica ma un foglio di carta. A «Miciona», così chiama Gina, «Massy» il 21 gennaio scrive: «Lo stesso per te, immaginati o toccati pure adesso, non preoccuparti per Dany, se ti sta guardando, digli che è colpa mia, che te l’ho detto io e che in questo momento Massi è qui con me e al sesso non si comanda, per cui mettiti comoda con te stessa… Levati le mutandine, immergi nella tua bocca l’indice e il medio della mano destra, mi sembra di vederti, passale delicatamente sul tuo grilletto, che lo sento già molto stimolato, vero? Sì, bene così, in moto rotatorio… Fai conto di sentire la mia lingua nella tua f.... Uh, come ti sento già bagnato». Simile la lettera del 23 gennaio: «Non ti immagini come le mie mani ti massaggerebbero tutto il tuo corpo liscio, sfiorandoti dolcemente quel bellissimo e apprezzato pelo che ti ritrovi, scommetto che solo al contatto con le mie mani, sentirle scorrere delicatamente su tutto il tuo corpo, ti farei bagnare e venire più volte… E la mia lingua si sente senza sosta sul tuo clitoride».
L’ultima lettera è del 27 gennaio. I toni sono dimessi Bossetti è depresso e scrive: «Sono stanco di soffrire, troppe giornate vuote, troppe giornate immerse nei pensieri dolorosi, pensieri che ti dilaniano o ti distruggono sempre più la voglia di vivere, troppi pianti ingiusti. Che Dio aiuti sempre te e tutte voi, per continuare in questo maledetto nostro inferno».