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 2016  maggio 05 Giovedì calendario

Il caso del verdiniano Falanfa alla riunione di maggioranza sulla prescrizione

Passo avanti sulla prescrizione, ma il braccio di ferro tra Pd e Ncd sui tempi più lunghi per i reati di corruzione resta. I fatti nuovi sono tre. Il primo: dopo un vertice di maggioranza – la new entry Ala di Verdini compresa – la commissione Giustizia del Senato sdogana il testo base, votano a favore Pd e Ncd, M5S si astiene, il verdiniano Falanga se ne va. Ma la sua partecipazione viene prima negata e poi scatena le polemiche di M5S e sinistra Pd. Il secondo fatto nuovo: passa la linea del presidente del Senato Piero Grasso che, dopo uno studio dei testi, ritiene inammissibile che si possa prescindere dai ddl già approvati alla Camera. Quei tre testi – il ddl sul processo penale con dentro le intercettazioni, la prescrizione, il rito abbreviato – devono rappresentare la base del dibattito in commissione, non si può prescindere, poi ovviamente potranno essere emendati e quindi cambiati.
Il terzo fatto nuovo: è l’uscita del ministro dell’Interno Angelino Alfano che a sera gela il Pd. Una nota durissima, la sua. Ribadisce quello che in questi giorni i suoi hanno detto più volte, dal capogruppo al Senato Renato Schifani al ministro della Famiglia Enrico Costa: «Sulla prescrizione noi non condividiamo il testo della Camera perché presenta molti eccessi. Siamo fermi a quello del consiglio dei ministri, quello l’ho votato io, l’hanno votato tutti. Il testo della Camera non è quello della maggioranza di governo di cui facciamo parte».
Nei toni e nella sostanza, un vero altolà. Che spegne gli entusiasmi della giornata. Posizione certo non nuova, perché sin dal voto alla Camera del marzo 2015 Ncd ha puntato i piedi dopo essersi astenuta, stoppando l’emendamento della Pd Donatella Ferranti, prescrizione raddoppiata per i reati di corruzione. Tant’è che Ncd ha voluto come testo base della discussione il ddl approvato nel consiglio dei ministri, che ha l’ok di Alfano, e non quello della Camera. Ma qui c’è stato il secco niet di Grasso.
Siamo a ieri, alla riunione convocata dal capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. Doveva tenersi a palazzo Madama, poi all’improvviso viene spostata in via Arenula, dal Guardasigilli Andrea Orlando. Di buon ora si presenta anche Ciro Falanga, il verdiniano. Partecipa a tutta la riunione seduto accanto a Felice Casson, che con Giuseppe Cucca è relatore del ddl. Se ne va quando capisce che passa il testo con la prescrizione lunga per la corruzione.
Di questo si discute nella riunione. Con i paletti di Casson: «L’attuale proposta sulla prescrizione è il “minimo sindacale” accettabile, tornare indietro sarebbe impossibile. Anzi, all’opposto, servono interventi strutturali sulla decorrenza della prescrizione e sul termine finale». Casson è intenzionato a proporre una prescrizione che «comincia a decorrere dal momento in cui viene acquisita la notizia di reato e lo Stato può far partire la sua azione punitiva». Nel caso di un furto, non appena è stato commesso. La discussione non sarà indolore. E i grillini attaccano: «Renzi riscrive la giustizia col conndannato Verdini».