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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

A Chicago i topi depressi vanno in psicoterapia

Un recente studio ha dimostrato che l’ambiente può contrastare la predisposizione naturale alla depressione, e che è possibile identificare, negli individui che ne soffrono, le parti del genoma sensibili alle forze positive che vengono dall’esterno. La genetica non è una fatalità.
Lo studio è stato effettuato in un laboratorio dell’università di Chicago sui topi selezionati da anni per la loro sensibilità e risposta allo stress, diventati un modello animale per la depressione. Un ripiego per ristrettezze di budget.
I ricercatori americani volevano trovare la risposta alla seguente domanda: è possibile aggravare il caso di persone geneticamente predisposte alla depressione piazzandole in un ambiente ostile e stressante? O, al contrario, procurare loro un sollievo, magari la guarigione, facendole vivere in paradiso?
Pe un mese alcuni esemplari di questi topi selezionati hanno beneficiato di un regime di favore come una gabbia spaziosa, con giocattoli, luoghi per divertirsi e nascondersi. Al termine di questa vacanza da sogno gli stessi topi sono stati sottoposti a prove di stress: gli animali sono stati piazzati in un grande cilindro pieno d’acqua.
Di regola, i topi depressi accettano passivamente la loro sorte e tentano di sopravvivere galleggiando, mentre i topi normali nuotano come forsennati per trovare una uscita sfortunatamente inesistente. Ebbene, i topi geneticamente programmati alla depressione, dopo la loro vacanza da sogno, si sono dimostrati di umore combattivo e poco inclini a lasciarsi affondare. Il segno per i ricercatori che quella che definiscono «la psicoterapia per i topi» esiste.
I topi normali, che erano stati stressati due ore al giorno per due settimane sono diventati rassegnati e si sono stesi a terra con il morale a zero. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Translational psychiatry, del 29 marzo 2016.