MilanoFinanza, 4 maggio 2016
Vichai Raksriakson, il padrone del Leicester che insieme a Ranieri ha portato alla vittoria una squadra di giocatori raccattati
Vichai Srivaddhanaprabha vanta un vero e proprio impero nel business dei duty-free in una delle principali mete per vacanze del mondo e un cognome conferito dal monarca del suo Paese in persona. Ora il miliardario thailandese può accrescere il proprio nome con un’altra onorificenza: è proprietario del Leicester City, neocampione della Premier League.

La popolarità del Leicester City in Thailandia sta cominciando a eclissare leggende come Manchester United e Liverpool, che hanno a lungo coltivato una miniera d’oro di fan nel Paese e in tutta l’Asia, dove la Premier League è avidamente seguita grazie alla trasmissione delle partite e altri eventi promozionali. «Questa è la nostra squadra, una squadra thailandese», ha affermato con orgoglio Teerasak Charoensuk, mentre guardava giocare il Leicester City contro il Manchester United domenica scorsa. Fino a questa stagione seguiva l’Arsenal, mentre il suo amico, Adisarn Limmwannasat, tifa ancora per il Manchester United. «Il Leicester non durerà», ha predetto infatti.
Il successo delle Foxes è stato tanto più sorprendente se si considera che poco più di un anno fa era sull’orlo della retrocessione sul fondo della classifica inglese.

Domenica sera Vichai ha invitato centinaia di fan per vedere la partita presso la sede di King Power a Bangkok e ha offerto birra gratis e frutti di mare al pubblico che guardava il Leicester City fare un altro passo avanti verso la vittoria dopo il pareggio all’Old Trafford contro il ManU. Poi è arrivata l’apoteosi del Monday Night di lunedì 2 maggio grazie al Chelsea che pareggiando in rimonta il derby contro il Tottenham ha regalato la premier a Ranieri mettendo fuori gioco gli Spurs.
La storia di successo di Vichai, allora conosciuto come Vichai Raksriaksorn, parte nel 1989 quando inaugurò un negozio duty-free a Bangkok, King Power.

Secondo Forbes l’attuale patrimonio sarebbe intorno a 2,9 miliardi di dollari, e il businessman si è dimostrato abile nel proteggerlo, percorrendo un percorso discreto all’interno della volatile politica del Paese, che negli ultimi dieci anni ha assistito a due colpi di Stato militari. Nel 2007, per esempio, la società di gestione degli aeroporti ha tentato di annullare i contratti duty-free con King Power, ma ha mollato subito quando l’azienda ha annunciato una controcausa. Attualmente, la catena è titolare del monopolio dell’attività a Suvarnabhumi fino al 2020 e nel secondo aeroporto di Bangkok, Don Mueang, fino a 2022. Tali contratti si riveleranno con ogni probabilità lucrativi visto che per quest’anno il governo prevede di accogliere un record di 32 milioni di turisti.
Dopo avere rilevato il Leicester City, che languiva in Championship, per 39 milioni di sterline, nel 2010 Vichai si è confermato l’ultimo di una serie di businessman asiatici a investire nella popolarità del calcio inglese. Vichai si è mosso rapidamente per modificare la cultura a proposito del club, costruendo infrastrutture e facendo regolarmente visita ai monaci buddisti della Thailandia per ottenere la benedizione per il proprio stadio e meditare durante le partite in casa. Inoltre, ha evitato di sperperare un patrimonio nell’acquisto di giocatori costosi. La scorsa stagione il club ha investito un totale di 36,6 milioni di sterline, la terza spesa più bassa del campionato. Il Manchester United, al contrario, ha sborsato 215 milioni di sterline. «Quando abbiamo comprato la squadra, avevamo tanti progetti. Se ci chiedete se credevamo che sarebbe diventata campione della Premier, la verità è che in quel momento non osavamo pensarlo per tanti fattori», ha ammesso il figlio di Vichai, Aiyawatt Srivaddhanaprabha, ai microfoni del canale di informazione thailandese Channel 3. «Ma oggi abbiamo vinto, e siamo molto felici».
La questione ora è se Vichai, il primo patron asiatico del calcio inglese a vincere un campionato, si impegnerà per mantenere in maglia Foxes i protagonisti della formazione che passerà alla storia e attrarre nuovi talenti. La quota del club dei diritti televisivi in tutto il mondo di questa stagione ammonta a 90,9 milioni di sterline, inclusi variabili e oneri addizionali per il numero di partite trasmesse in diretta, il che conferisce un’ulteriore potenza di fuoco a livello finanziario. Inoltre il team parteciperà alla Champions League, che attira sempre molti calciatori.
Vichai, che concede raramente interviste, non ha voluto parlare neppure nel momento del trionfo. Suo figlio, Aiyawatt, ha precisato l’impegno nell’acquisto di nuovi atleti al fine di rafforzare la formazione e, in questa fase, non ha in programma di cedere nessuna delle sue star. «Leicester non è un club che vende i giocatori per acquistarne di nuovi. Abbiamo sempre voluto gettare solide fondamenta», ha dichiarato.