la Repubblica, 4 maggio 2016
«Voleva circuirmi tirando dentro mia sorella». Così dice Caterina Uggè, la pubblica funzionaria che ha denunciato il suo sindaco
È la strenua resistenza di una dipendente comunale a svelare il «tradimento dell’alta funzione attribuita dai suoi cittadini» al sindaco di Lodi, Simone Uggetti. È la «ferma volontà» della responsabile del settore Sport e turismo, Caterina Uggè, «nel rifiutare di firmare un bando» sulla gestione delle piscine di Lodi, a far scattare, dopo la presentazione del suo esposto, su richiesta del pm Laura Siani, gli arresti per il politico del Pd e per l’avvocato Cristiano Marini, consigliere della Sporting Lodi, che effetti-vamente si aggiudicherà l’appalto. «Quel bando da me non verrà più firmato, come insegnatoci nei recenti corsi anticorruzione», scrive nella denuncia la donna, che agisce come un vero e proprio whistleblower, il dipendente pubblico che segnala gli illeciti della propria amministrazione.
LE INTIMIDAZIONI DEL SINDACO
Le «ingerenze» di Uggetti partono a fine gennaio, quando Uggè viene convocata dal sindaco. «Gli incontri – scrive il gip Isabella Ciriaco – cominciavano in un clima di cordialità, proseguivano con un atteggiamento autoritario e di superiorità del sindaco che la mettevano a disagio, sotto pressione, arrivando addirittura ad intimorirla». La prima richiesta di Uggeri è di affidare la gestione delle piscine ad Astem, società al 99% del Comune che controlla la Sporting Lodi, da favorire nell’appalto. Poi, il sindaco propone alla funzionaria di incontrare l’avvocato Marini, che è consigliere sia di Astem che della Sporting Lodi, e le parla di «un affidamento diretto dell’appalto». In un altra riunione, Uggetti «dava indicazioni precise su alcuni elementi che avrebbero dovuto essere inseriti». È, per il pm, «un’illecita intromissione nei compiti amministrativi» per avere «un bando su misura».
AVEVA PERSO LA BUSSOLA
Per convincere la funzionaria a scendere a patti, il sindaco propone di coinvolgere nell’appalto delle piscine, oltre alla Sporting Lodi e alla collegata Wasken Boys, anche la Sportime, società sportiva gestita dalla sorella di Uggè. «Un tentativo di circuirla e allettarla con la promessa di benefici per la sorella», sintetizza il gip. Ma la donna non cede. «Non è stato per niente casuale – conferma al pm – Era il modo con cui farmi sentire parte della partita». Uggè ne parla con un altro funzionario. «Il sindaco ha perso la bussola», commenta l’uomo.
IL TESTO TAROCCATO IN DIRETTA
Le pressioni psicologiche diventano pesantissime quando Uggè, dopo aver mandato via mail al sindaco la bozza definitiva del bando, spiegando che non l’avrebbe mai modificato, viene convocata nell’ufficio del primo cittadino. «Superato un’iniziale sensazione di panico – ricostruisce la procura – va con un registratore per documentare il contenuto dell’incontro» e «si trova di fronte una situazione grave e imbarazzante». Con Uggetti, c’è proprio Marini. «Vedo sulla scrivania le copie del mio capitolato – scrive la donna – Capisco di aver interrotto una riunione in cui lo stavano correggendo insieme». Il sindaco «mi chiede un cambiamento dopo l’altro. Fingo di essere disposta a rimettere in discussione ancora tutto, per paura della sua reazione, sapendo ormai che quel bando non l’avrei mai più firmato». Per il gip, Uggetti è «soggetto autoritario che riesce a imporsi su coloro che gli ruotano intorno, ponendoli in soggezione, il che rende oltremodo realistica la capacità di questi di subornare e intimidire i testimoni». Gli indagati «manifestano apertamente il fastidio derivante da chi denuncia a gran voce le loro condotte nefaste e contrarie alla legge».
LA MISSIONE ALLA FINANZA
Uggetti e Marini, sostiene il gip, sono ben consapevoli di commettere un reato e di aver lasciato troppi indizi. «Sono stato un coglione» si lascia scappare il sindaco. «Con assoluta spregiudicatezza portano avanti con protervia i loro fini, ma anche attività volte a distruggere le tracce del loro accordo ». «E se formattiamo?», chiede Uggetti a Marini, in un’intercettazione dello scorso 6 aprile, cancellando così la memoria dei vari pc. «Se formattiamo tutto il computer – risponde Marini – mi sparo in testa». «No, estrai tutti i documenti e formatti», lo convince il sindaco. I due sono preoccupati che ci sia un’indagine in corso. «A te è arrivata voce che questi stanno già indagando?», chiede Marini a Uggetti.
Il sindaco ottiene un incontro con il comandante provinciale della Gdf, Massimo Benassi, che in realtà sta conducendo l’inchiesta seguendo in diretta l’iter della gara, e che «debitamente» registra la conversazione. Uggetti vuole «carpire informazioni e riordinare una linea difensiva screditando il possibile concorrente escluso».
IL MOVENTE NELLA POLITICA
Il gip individua il movente della turbativa d’asta «in termini di consenso politico elettorale» per Uggeri, e di ottenimento di «condizioni monopolistiche» per Marini. Un interesse «sia politico che economico, il tutto sotto l’egida e l’imprescindibile ruolo guida del sindaco Simone Uggetti».