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 2016  maggio 03 Martedì calendario

L’arte di fare affari coi fallimenti. La strana asta di Christie’s

Ecco la versione culturale della finanza. Un modello in cui l’aspetto creativo non nasconde i default ma, con un salto mortale, trasforma il fallimento in speculazione. Gli antichi romani dicevano Ne bis in idem. Non due volte nel medesimo fatto. Può un fallimento generare profitto? Nel caso dell’arte sì. Se non ci credete aspettate domenica prossima quando, nella Grande Mela, Christie’s accenderà la sua lanterna magica trasformando i possibili smacchi in denaro sonante.
I 39 lotti del catalogo Bound to Fail (destinato a fallire) stimano complessivamente 70 milioni di dollari. L’idea è venuta a Loic Gouzer capo dei Contemporary. L’asta prende il nome dalla scultura di Bruce Nauman Henry Moore destinato a fallire (6-8 milioni di dollari) e come ha spiegato Gouzer «esplora il concetto di fallimento, con l’idea che esso per ogni artista è il rischio che si prende quando spinge la sua ricerca ai confini del gusto corrente mettendo in discussione il concetto di arte e il suo successo commerciale». Insomma, una furbata.
PresenzeTra gli artisti presenti Jeff Koons, Cindy Sherman, Marcel Duchamp, Martin Kippenberger, Mike Kelley e Richard Prince. Oltre ovviamente al nostro Maurizio Cattelan con una versione della scultura Him ($10-15 milioni), un piccolo bambino inginocchiato di spalle che poi rivela la faccia di Hitler. Presenti anche Boetti con Mimetico un camouflage del 1967 (1,2-1,5 milioni) e Untitled (Donkey) una splendida e grande (180x224 cm) fotografia di Paola Pivi che ritrae un asino da solo su una barca alla deriva. Martedì 10 si svolge la classica Evening Sale sempre da Christie’s di arte contemporanea. I lotti sono 61. Tra i più attesi un Jean-Michel Basquiat del 1982, Untitled, che potrebbe superare i 40 milioni di dollari. Il quadro fu dipinto a Modena, quando Basquiat aveva 22 anni. Scelto per la cover del catalogo ragionato dell’artista, questo grande dipinto è stato esposto nelle più importanti retrospettive. È un autoritratto in cui si rappresenta come un diavolo nero che emerge da un’esplosione di pittura gettata sulla tela alla maniera di Jackson Pollock. Brett Gorvy, capo dipartimento internazionale d’arte contemporanea, ha detto che: «Untitled è una tela potente. Inghiottisce istantaneamente qualsiasi persona la guardi». Altri highlight della serata saranno No. 17 (Green on Blue on Blue) di Mark Rothko del 1957 che stima 30-40 milioni e PH-234 di Clyfford Still realizzato nel 1948 (25-35 milioni). Solo queste tre tele potrebbero costare oltre 100 milioni di dollari.
Lunedì 9 maggio va in scena, sempre nella Big Apple, l’asta serale di Sotheby’s di pittura moderna e impressionista. Dal catalogo emergono tre opere che appariranno in asta per la prima volta. La prima è Maisons du port, Saint-Tropez di Paul Signac, un dipinto puntinista del 1882. Con l’iscrizione Op. 237, che caratterizza il periodo dell’artista nel quale indicava i suoi lavori con un numero d’opera. Questo quadro proviene della collezione dell’ambasciatore John Langeloth Loeb, Jr. da quando i suoi genitori lo acquistarono nel 1958 e verrà offerta a 8-12 milioni.
VisioniPer la cronaca il prossimo 3 settembre si aprirà al Lac di Lugano una grande mostra su Signac. Gli altri due inediti sono Les Voiles rouges di André Derain (15/20 milioni) e Sous-bois di Maurice de Vlaminck (12-18 milioni). Entrambi i dipinti sono stati acquisiti nel 1954 dalla mecenate e filantropa Sarah Campbell Blaffer di Houston.
In Italia, oltre alle aste di Cambi e Meeting Art, di cui abbiamo già parlato, Dorotheum apre a Milano (Palazzo Amman via Boito, 8) dal 6 all’11 maggio, l’esposizione di moderna e contemporanea in asta a Vienna a fine mese. Sempre a Milano sarà protagonista la napoletana Blindarte, che giovedì 5 inaugura la sua nuova sede nel capoluogo lombardo (in via Palermo 11) esponendo i top lot delle aste napoletane del 25 maggio (arredi, oggetti e dipinti antichi), 26 (collezione Dargut e Milena Kemali, arte moderna e contemporanea). Info su www.blindarte.it.