Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 03 Martedì calendario

Nessuno parla più di Zika

Nessuno parla più di Zika. Dalle nostre parti. Perché negli Stati Uniti, Obama chiede quasi due miliardi di dollari per combatterlo, e gli scienziati sono al lavoro. Con una conclusione, sillabata forte e chiaro dal principe dei cacciatori federali di virus, Anthony Fauci: «Più ne sappiamo, più c’è da preoccuparsi». Mettiamo allora in fila i fatti. La malattia viene trasportata da due zanzare, la A. aegypti, più virulenta e diffusa ai tropici fino alla Florida, e la A. albopictus meno pericolosa ma che vola fino a Chicago e New York (fatevi il parallelo alle nostre longitudini). Si trasmette poi per via sessuale, anche omo; quindi viaggia veloce tra i sessualmente vivaci. Il virus sta nei testicoli e nel sangue per mesi, e chi se lo porta addosso non lo sa. Vero, gli effetti drammatici ci sono solo nei neonati. Quindi, non sarà una moria come le pandemie influenzali e di Aids. Ma più aumentano i contagi più si affaccia una paura che si pensava archiviata: quella di una gravidanza con un esito tragico e imprevedibile. Forse Zika non cambierà il mondo come Hiv, ma non possiamo valutare le conseguenze di un mutato sguardo dei giovani sulla riproduzione.