Il Messaggero, 3 maggio 2016
Il compleanno del lottatore indomito. Marco Pannella compie 86 anni, tra cari amici, telefoni che non smettono di squillare, tazzine di caffè e sigarette fumate felicemente
Un patriota liberale. Come definire, se non così, Marco Pannella? E insieme è quello che, senza di lui, l’Italia sarebbe stata meno moderna. E anche il simbolo, tra tante cose, di come si possa fare politica per oltre mezzo secolo al di sopra di ogni logica di potere. Uno così non può che suscitare, per il suo compleanno numero 86 e mentre la malattia lo fa soffrire ma non lo piega, la valanga di telefonate, messaggi, visite che in queste ore si sta affettuosamente rovesciando sulla sua abitazione di via della Panetteria. La prima torta con le candeline la porta al mattino Remy, governante di casa da oltre vent’anni. Poi, dal Vaticano, arriva il dono di Papa Francesco: il suo libro intitolato «Il nome di Dio è misericordia». Ed ecco anche la telefonata del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il quale augura al leader radicale salute e buon compleanno. Laura Hart e Matteo Angioli, gli inseparabili angeli custodi di questi lunghi mesi di malattia, postano su Twitter e Facebook le foto con Marco in giacca blu e cravatta rosso ciliegia. Spuntano di ora in ora nuovi hastag: #AuguriMarco, #Marcoday, #Marco86, #grandeMarco, #ForzaMarco.
L’INDOMITO
Intanto Pannella beve caffè e fuma felice. Si diverte a parlare in abruzzese. Risponde al telefono e a qualcuno dice così: «Pronto, io sono il Lottatore Indomito, tu chi sei?». Dall’altra parte della cornetta, chi prima e chi poi, ci sono tutti: Silvio Berlusconi, Francesco Rutelli, Franco Marini (e con lui lo slang è di nuovo al sapore d’Abruzzo), Fausto Bertinotti, Renato Zero, Antonello Venditti, Nichi Vendola, Roberto Giachetti e via così. Suona il postino e porta i telegrammi dei presidenti di Camera e Senato: Grasso e Boldrini. Suona, ripetutamente, il citofono e via via s’inerpicano fino al salotto-cucina di casa Pannella gli amici più cari, quelli che in questi mesi di malattia di Marco quasi ogni giorno sono stati con lui: da Clemente Mimun (munito di un dono apprezzatissimo: una statuetta della regina Elisabetta, quasi coetanea e molto ammirata da Pannella, che fa ciao con la manina) a Maurizio Turco, da Rita Bernardini a Maria Antonietta Coscioni. Ed Emma Bonino? «Non si sentono ormai da più di un anno», osserva Matteo Angioli, «ma mai dire mai...». Riecco il postino, porge il pezzo di carta e c’è scritto: «Auguri guardando al passato e al futuro», formato Giorgio Napolitano. Ieri è stato ancora più animato il pellegrinaggio laico di questi mesi, al leader che ha voluto fare della sua malattia un momento di ritrovo delle tradizioni politico-culturali italiane e di chi le rappresenta e che sta rendendo un happening i mesi della sua grave malattia. «Sono andato a trovarlo l’ultima volta il 22 aprile e mentre io uscivo entrava una cofana di cozze bollenti», racconta Rutelli. Quando arrivano gli auguri da Radio Radicale, a cui Marco è collegato quasi h24, lui si commuove un po’ ma poi riassume la posa da «tosta quercia abruzzese», tra l’ennesima sicurezza e gli altri caffè sia prima sia dopo il pranzo arrivato dal bar sotto casa: carote, patate, cavolo, spinaci. E il telefono non smette mai di suonare. Chiamano gente comune, autorità d’ogni ordine e grado, ammiragli e preti, personaggi come Oliviero Toscani, Roberto Saviano, Brunetta e Nencini, Della Vedova e innumerevoli altri. Vasco Rossi manda un video e un abbraccio forte. Potrebbe inviargli una delle sue canzoni: «Il mondo migliore». Quello per cui Marco, anche adesso, non smette di battersi come un leone.