Corriere della Sera, 3 maggio 2016
Porto Rico sta per fallire per la terza volta dal 2015
La Banca per lo sviluppo di Porto Rico (Gdb, Government development bank), isola parte del Commonwealth statunitense, non pagherà per intero il debito da 422 milioni di dollari che è scaduto nella giornata di ieri. Lo ha annunciato il governatore dell’Isola, Alejandro Garcia Padilla, dichiarando di fatto l’insolvenza e dunque la bancarotta di Porto Rico. Padilla ha spiegato che far fronte per intero agli obblighi con i creditori causerebbe l’arresto dei servizi essenziali ai cittadini portoricani, a partire dalla sanità e dall’assistenza di base. Una legge approvata dal parlamento portoricano il mese scorso ha conferito al governatore il potere di arrestare il pagamento del debito in attesa dell’approvazione di un piano di aiuti da parte del Congresso federale degli Stati Uniti. L’annuncio di Padilla ha scatenato forti proteste da parte dei creditori, ma non è giunto inatteso. La Gdb disponeva lo scorso 1 aprile di appena 562 milioni di dollari da destinare al pagamento dei debiti. In tutto Portorico ha accumulato un debito di 70 miliardi di dollari, un debito immenso per un territorio microscopico che combatte da un decennio contro la stagnazione economica e il calo demografico. Il default sovrano dell’Isola è iniziato già lo scorso agosto, ma sino ad oggi la Gdb, che finanzia direttamente le agenzie governative, non era mai venuta meno ai propri obblighi nei confronti degli investitori. Si calcola che l’esposizione di Wall Street sul debito di Porto Rico ammonti a circa 3 miliardi di dollari.