3 maggio 2016
Renzi lancia la campagna per sostenere il Sì alla riforma costituzionale: 10 mila comitati in tutta Italia • Svolta sui marò: Girone torna a casa • Nel palazzo dove fu uccisa la piccola Fortuna Loffredo altri bambini sono finiti nella rete dei pedofili • La Cassazione salva il clochard condannato a sei mesi per un furto di wurstel e formaggio da quattro euro: «Rubare per fame non è reato» • Dodici mesi di dieta educano il corpo a non ingrassare più
Referendum costituzionale Al teatro Niccolini, a Firenze, Renzi lancia la sua campagna per il referendum confermativo di ottobre: «Una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta, e io girerò come un globetrotter. Ho bisogno di voi, 10 mila comitati in tutta Italia, composti da un minimo di 10 a un massimo di 50 persone». Il premier è «certo che vinceremo» e a chi in giornata l’ha contestato prima a Firenze e poi a Matera risponde dicendo che «le cose non le cambia chi fischia ma chi rischia». C’è anche un dato ripetuto in questi mesi, se andasse male: «La rottamazione non vale solo quando la si voleva noi... Se non riesco vado a casa», dice il premier. E racconta anche un aneddoto: «Obama ad Hannover ha chiesto quanti governi avevamo avuto. Ho detto che erano 63 in 70 anni e si sono messi a ridere. Io non voglio che si rida dell’Italia, voglio che diventi un Paese stabile, dove chi vince governa e i cittadini scelgono». Ieri Matteo Renzi ha anche annunciato che la riforma sulle unioni civili sarà votata, «a naso con la fiducia», fra il 10 e il 12 maggio. A Palazzo Chigi invece fervono i preparativi per dopodomani: a Roma arriveranno sia la cancelliera Angela Merkel che i vertici della Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. In origine due appuntamenti diversi, ma si starebbe lavorando a fondere i due eventi, con un vertice unico nei saloni del Campidoglio. Agenda, se la saldatura avverrà: in primo luogo, i migranti, poi tutti i principali temi europei, economia in testa (Galluzzo e Piccolillo, Cds).
Girone Svolta nella vicenda marò. Salvatore Girone potrà lasciare l’India e tornare in Italia, in attesa che il Tribunale arbitrale dell’Aia decida dove si terrà il processo a lui e a Massimiliano Latorre (già a casa in convalescenza) per la morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. Lo ha deciso lo stesso collegio dei giudici arbitrali riuniti all’Aia. La sentenza è stata presa all’unanimità dai cinque arbitri, compreso uno indiano. India e Italia dovranno concordare, davanti alla Corte suprema di Delhi, le garanzie che Roma porrà in essere per assicurare che, se i giudici arbitrali decidessero che il processo ai due marò si deve tenere in India, Girone e Latorre tornino a Delhi. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: «Entro un mese Girone sarà in Italia» (Taino, Cds).
Pedofili A tre giorni dall’arresto di Raimondo Caputo per l’omicidio della piccola Fortuna “Chicca” Loffredo, dalla procura della Repubblica di Napoli Nord trapela la conferma di quello che a Caivano hanno sempre sospettato tutti: di “mostri” in circolazione, nel palazzo del Parco Verde, ce n’è più d’uno. Un branco di pedofili che grazie alla collaborazione di un nutrito gruppo di complici e fiancheggiatori, fatto di uomini e di donne, a cominciare dalla compagna-complice dell’orco, Marianna Fabozzi, arrestata per gli abusi sessuali ai danni della figlia più piccola, si divertivano a passarsi le prede tra una partita di carte e una birra, talvolta pagando piccole somme talaltra imponendo la loro brutalità. Gli investigatori hanno individuato cinque piccole vittime accertate, ma il numero potrebbe crescere. Non solo: nell’aprile del 2013 il piccolo Antonio Giglio, 3 anni, figlio della compagna di Caputo, muore dopo essere precipitato dal settimo piano. La mamma raccontò che si era sporto per vedere un elicottero. Ieri Angelo Pisani, legale dei nonni e del padre di Fortuna Loffredo, ha chiesto che il corpo del bimbo venga riesumato. «Siamo solo alla prima pagina – ha detto l’avvocato – di un libro di orrore, violenza, degrado e criminalità mai letto prima» (Piedimonte, Sta).
Fame Roman Ostriakov, senzatetto ucraino di trent’anni, si era preso sei mesi di carcere per avere rubato due pezzetti di formaggio e un pacchetto di würstel (valore: 4 euro e 7 centesimi) in un supermercato di Genova. Ma la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, sostenendo che non è punibile chi ruba piccole quantità di cibo per fame. Per i giudici della Corte Suprema «la condizione dell’imputato e le circostanze » in cui è avvenuto il furto «dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità». E fin qui la decisione della Quinta sezione penale di Cassazione, presieduta da Maurizio Fumo, non sarebbe innovativa, poiché non è la prima volte che per giudicare chi ruba cibo per un valore irrisorio si applica l’articolo 54 del codice penale e si richiama perciò lo «stato di necessità». Ma è il passaggio in cui si annulla senza rinvio la decisione dei giudici di Corte d’appello a creare un precedente. La Corte suprema, infatti, con la sentenza numero 18248 precisa di ribaltare il pronunciamento genovese «perché il fatto non costituisce reato» (Nadotti, Rep).
Dieta Uno studio danese svela che occorrono dodici mesi di dieta prima che i mutamenti chimici del corpo e un nuovo peso possano essere mantenuti permanentemente. I ricercatori hanno imposto a venti volontari, tutti adulti e tutti obesi, una dieta a base di frullati e zuppe per otto settimane, in modo che ciascuno perdesse mediamente 12 chilogrammi e mezzo. Nei successivi dodici mesi, i volontari hanno seguito una rigida dieta per mantenere il nuovo peso così raggiunto. Al termine dell’anno prefissato, gli studiosi hanno riscontrato che l’appetito dei volontari, dopo un pasto, era saziato molto più facilmente di prima. Dopo una bevanda ad alto contenuto calorico, il loro corpo produceva il 65 per cento in più di GLP-1, un ormone che frena l’appetito, trasmettendo una sensazione di sazietà. «Il nostro test – afferma Signe Sorensen Torekov, docente di scienze biomediche all’università di Copenaghen, autore della ricerca pubblicata dallo European Journal of Endocrinology – dimostra che è possibile sconfiggere la naturale resistenza del corpo a perdere peso. Se sei capace di mantenere per un anno il peso raggiunto dopo una dieta, poi il corpo cambia ed è più facile rimanere a quel livello» (Franceschini, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)