L’Illustrazione Italiana, 9 gennaio 1916
Italia e Francia
Nel Mediterraneo orientale
La Dépêche Coloniale, organo cotidiano ufficioso degli interessi e della politica coloniale francese, e in generale uno degli organi politici più autorizzati, reca un lungo ed importante articolo di Mr. Camille Fidel sulle aspirazioni dell’Italia nel Mediterraneo orientale, nel momento in cui l’Italia si prepara a portare agli Alleati, nei Balcani, un concorso che l’autore definisce «infinitamente prezioso». Il Fidel, che è stato sempre un attento osservatore del movimento coloniale italiano, e un sincero quanto autorevole amico del nostro paese, cerca di fissare attraverso le manifestazioni della pubblica opinione italiana quali siano le rivendicazioni reclamate dall’Italia nell’assetto futuro del Mediterraneo orientale, in confronto con quelle delle Potenze alleate. All’uopo, egli esamina a fondo un recente libro di Giuseppe Piazza sulla guerra nell’Oriente 1 – dove sono poste le linee fondamentali delle aspirazioni italiane. Dopo aver messo in rilievo l’autorità dello scrittore e i suoi precedenti in materia, l’articolista affronta la questione degli eventuali accordi internazionali in proposito, e riconosce il pieno diritto dell’Italia, e scrive:
«Bisogna osservare che G. Piazza scriveva queste linee al principio del 1915, quando ancora l’Italia osservava sempre la sua neutralità benevola. Ora, se in quel momento le Potenze della Triplice Intesa potevano ancora a buon diritto formulare riserve in proposito delle aspirazioni italiane, è evidente che non è più così da quando l’Italia è entrata in guerra al loro fianco, trasformando la Triplice in Quadruplice Intesa. Il principio e la giustezza delle aspirazioni italiane non possono essere contestate».
Passando a precisare la materia delle aspirazioni italiane, in base alla concessione di Adalia, sia sulla Smirne-Aidin che sul vilayet di Conia, e su Mersina o Mersina-Adana, il Fidel scrive: «L’esposizione delle rivendicazioni italiane in Asia Minore, fatta dal Piazza, mostra che non c’è alcuna opposizione d’interesse fra le aspirazioni dell’Italia e quelle della Francia nel Mediterraneo orientale. Si tratterà solamente di delimitare le sfere d’influenza delle due nazioni la cui nuova vicinanza in Oriente creerà tra esse un legame di più. Si sa infatti che l’opinione pubblica francese, per mezzo dei suoi portavoce più autorizzati, ha fatto intendere che la Siria, sulla quale i diritti della Francia non sono contestati da alcuno, non può essere che la Siria integrale, nei suoi limiti naturali comprendenti al sud la Palestina, a nord i vilayet di Aleppo e Adana. Ora, la sfera d’influenza italiana verso l’est fino alla linea Mersina-Adana non è posta dal Piazza che come una alternativa; si tratta dunque, come abbiamo detto, di una semplice questione di delimitazione franco-italiana, che non sembra di natura tale da creare difficoltà. Tanto più che, il punto di partenza delle aspirazioni italiane essendo il golfo di Adalia, prospettive ben più interessanti si aprono all’Italia nel ricco vilayet di Conia suo hinterland naturale.
«Ma se, in mancanza di questa soluzione – continua l’articolo – gli Alleati decidessero di comprendere questo vilayet nella regione che sia eventualmente per essere lasciata alla Turchia, l’Inghilterra (compensata come sarà in Mesopotamia) consentirebbe a disinteressarsi a favore dell’Italia della Smirne Aidin, e l’Italia entrerebbe così in possesso della costa dell’Asia Minore vicina al Dodecanneso.
«Quest’ultima soluzione porrebbe, è vero, sul tappeto la questione di Smirne; si sa che le Potenze dell’Intesa avevano offerto alla Grecia come compenso alla sua eventuale cooperazione ai Dardanelli, Smirne con 140 000 kmq. di territorio a nord-est dell’Anatolia; ma questa proposta è naturalmente diventata caduca, e giova sperare che essa non sarà più rinnovata, avendo la Grecia perduto ogni voce in capitolo».
L’articolo conclude: «Per ciò che riguarda la Francia e l’Italia, constatiamo con viva soddisfazione che non soltanto è possibile, ma è facile di conciliare armoniosamente le loro legittime rivendicazioni».
Note: [1] G. Piazza, I dardanelli. L’Oriente e la guerra europea con 10 fotocopie e carta. Milano. Treves. L.2