L’Illustrazione Italiana, 9 gennaio 1916
La guerra d’Italia. Le operazioni dal 26 dicembre 1915 al 3 gennaio 1916
(Leggi qui le operazioni dal 18 al 25 gennaio)
(Dai bollettini ufficiali)
Guerra d’Italia
In Valle Giudicaria nella giornata del 26 dicembre le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro le posizioni nei pressi di Cologna sulle quali erano segnalate batterie nemiche, provocando, con tiri bene aggiustati, grandi esplosioni ed un incendio.
L’attività di nostri piccoli reparti nelle valli del Rio Cameras (Adige) e del Torrente Maggio (Brenta), ci procurò scontri favorevoli con l’avversario, al quale furono presi alcuni prigionieri.
Sul Carso nella notte sul 26 un tentativo di attacco nemico contro le posizioni del Monte Sei Busi fu prontamente arrestato dal fuoco delle nostre truppe.
L’attività di nostri drappelli, obbligando il nemico a svelare le proprie posizioni, procurò il 27 utili bersagli alla nostra artiglieria. Quella nemica diresse ancora qualche tiro contro gli abitati, specialmente in corrispondenza del Basso Isonzo.
Continuarono lungo tutto il fronte i lavori di rafforzamento che il nemico tentò spesso di disturbare col fuoco e ancora più col lancio di grosse bombe, contenenti gas asfissianti e lacrimogeni.
In valle Giudicaria, la nostra artiglieria continuò il 28 il bombardamento del forte Por e diresse il tiro anche contro il villaggio omonimo, ove erano segnalati movimenti di truppe e di salmerie, disperdendole.
L’attività di nostri piccoli riparti ci procurò qualche progresso nella zona al confluente del torrente Leno di Vallarsa nell’Adige.
In Val Sugana il nemico lanciò alcuni proiettili su Borgo, Castelnuovo e Strigno: nessun danno.
Sulle alture all’ovest di Gorizia e sul Carso il nemico tentò invano di molestare con lancio di bombe i nostri lavori di rafforzamento, che proseguono con grande attività.
In Val Lagarina gruppi di fanteria nemica attaccarono ripetutamente il 29 nostri riparti nei pressi di Castello Dante (a sud di Rovereto), ma furono costantemente respinti lasciando nelle nostre mani alcuni prigionieri.
Nella regione del Col di Lana un tentativo di attacco del nemico dal Settsass e dal Cherz è stato paralizzato dal tiro del nostro fuoco di artiglieria e fanteria.
L’azione su tutto il fronte si è limitata il 30 a tiri di artiglieria diretti da ambe le parti a danneggiare gli opposti lavori di rafforzamento.
In qualche tratto, come in Val Daone, il nemico ha eseguito senza nostro danno, un intenso lancio di granate asfissianti e lacrimogene contro le posizioni di recente conquistate sulla riva sinistra del Chiese.
Continuarono il 3l vivaci su tutto il fronte le azioni delle opposte artiglierie. In valle Lagarina una nostra ardita ricognizione su Malga Zurez, a nord di Dosso Casina, ci fruttò la cattura di alcuni prigionieri. Il nemico a sua volta attaccò le nostre posizioni di Corna Calda, a sud di Rovereto, ma fu respinto.
Nella notte sul l° gennaio l’avversario pronunciò piccoli attacchi, facilmente sventati, presso Mori ( Val Lagarina), sul Col di Lana e sulle pendici del Rombon (Plezzo).
Nella zona del Carso l’azione di nostri arditi drappelli portò alla cattura di alcuni prigionieri: furono prese anche armi e munizioni.
Aeroplani nemici il giorno 1° lasciarono cadere bombe su Marco (Val Lagarina) e su Strigno e Borgo (Val Sugana). Nessun danno.
Nella regione di Lagazuoi al nord del Passo di Falzarego il nemico il 2 fece brillare alcune mine provocando la caduta di una valanga e franamento di rocce che non ci produssero però alcun danno.
Sul Carso, il giorno 2, il nemico pronunciò un attacco contro le nostre posizioni del Monte San Michele, ma fu respinto con gravi perdite.
Nella zona di Riva, dopo accurata preparazione, le nostre truppe occuparono il 3 nuove posizioni più elevate lungo le ripide balze che da Biacesa salgono alla Rocchetta; dopo viva e breve lotta conquistarono pure due trinceramenti sulle pendici del monte Sperone.
Nella zona del Carso di Monfalcone un nostro reparto, uscito dalle trincee, con rapido sbalzo si portò ad occupare una nuova posizione rafforzandovisi.
I voti di Capodanno del Re per l’Esercito e la Patria.
All’Esercito combattente è stato diramato il 3 gennaio il seguente ordine del giorno:
«S. M. il Re, al quale ho presentato a nome dell’Esercito combattente auguri ed omaggi in occasione del Capodanno, si è degnato rispondere col seguente telegramma, che porto a conoscenza di tutti i Comandi, perché ne sia data partecipazione alle truppe:
A S. E. il generale conte Cadorna,
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.
«Sono molto grato del saluto augurale che in questo volgere dell’anno Ella mi esprime a nome dei combattenti. L’Esercito, che già da mesi, in ardui cimenti, ha dato mirabile prova di ogni virtù, ne darà anche quante ne attende la Patria per i suoi destini. Sicuro di questa fede, ricambio il saluto gradito, col voto del cuore che la fortuna d’Italia coroni il valore dei cari soldati.
«Vittorio Emanuele».
«Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito «L. Cadorna».
Successo navale davanti a Durazzo.
La mattina del 29 dicembre un esploratore e cinque cacciatorpediniere nemici presentatisi davanti a Durazzo per bombardarla vi hanno arrecato danni insignificanti.
Attaccati da navi nostre e alleate in crociera, i cacciatorpediniere austro-ungarici Triglav e Lika furono affondati; di questo ultimo i superstiti dell’equipaggio furono fatti prigionieri.
Anche un velivolo nemico fu abbattuto da un nostro cacciatorpediniere.
Le nostre navi rientrarono tutte incolumi.
Nella notte, prima del combattimento, il sommergibile francese Monge venne affondato da un incrociatore nemico dinanzi a Cattaro. I prigionieri del cacciatorpediniere austriaco Lika dichiararono che buona parte dell’equipaggio del Monge era stato salvato.
Guerra d’Italia
In Valle Giudicaria nella giornata del 26 dicembre le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro le posizioni nei pressi di Cologna sulle quali erano segnalate batterie nemiche, provocando, con tiri bene aggiustati, grandi esplosioni ed un incendio.
L’attività di nostri piccoli reparti nelle valli del Rio Cameras (Adige) e del Torrente Maggio (Brenta), ci procurò scontri favorevoli con l’avversario, al quale furono presi alcuni prigionieri.
Sul Carso nella notte sul 26 un tentativo di attacco nemico contro le posizioni del Monte Sei Busi fu prontamente arrestato dal fuoco delle nostre truppe.
L’attività di nostri drappelli, obbligando il nemico a svelare le proprie posizioni, procurò il 27 utili bersagli alla nostra artiglieria. Quella nemica diresse ancora qualche tiro contro gli abitati, specialmente in corrispondenza del Basso Isonzo.
Continuarono lungo tutto il fronte i lavori di rafforzamento che il nemico tentò spesso di disturbare col fuoco e ancora più col lancio di grosse bombe, contenenti gas asfissianti e lacrimogeni.
In valle Giudicaria, la nostra artiglieria continuò il 28 il bombardamento del forte Por e diresse il tiro anche contro il villaggio omonimo, ove erano segnalati movimenti di truppe e di salmerie, disperdendole.
L’attività di nostri piccoli riparti ci procurò qualche progresso nella zona al confluente del torrente Leno di Vallarsa nell’Adige.
In Val Sugana il nemico lanciò alcuni proiettili su Borgo, Castelnuovo e Strigno: nessun danno.
Sulle alture all’ovest di Gorizia e sul Carso il nemico tentò invano di molestare con lancio di bombe i nostri lavori di rafforzamento, che proseguono con grande attività.
In Val Lagarina gruppi di fanteria nemica attaccarono ripetutamente il 29 nostri riparti nei pressi di Castello Dante (a sud di Rovereto), ma furono costantemente respinti lasciando nelle nostre mani alcuni prigionieri.
Nella regione del Col di Lana un tentativo di attacco del nemico dal Settsass e dal Cherz è stato paralizzato dal tiro del nostro fuoco di artiglieria e fanteria.
L’azione su tutto il fronte si è limitata il 30 a tiri di artiglieria diretti da ambe le parti a danneggiare gli opposti lavori di rafforzamento.
In qualche tratto, come in Val Daone, il nemico ha eseguito senza nostro danno, un intenso lancio di granate asfissianti e lacrimogene contro le posizioni di recente conquistate sulla riva sinistra del Chiese.
Continuarono il 3l vivaci su tutto il fronte le azioni delle opposte artiglierie. In valle Lagarina una nostra ardita ricognizione su Malga Zurez, a nord di Dosso Casina, ci fruttò la cattura di alcuni prigionieri. Il nemico a sua volta attaccò le nostre posizioni di Corna Calda, a sud di Rovereto, ma fu respinto.
Nella notte sul l° gennaio l’avversario pronunciò piccoli attacchi, facilmente sventati, presso Mori ( Val Lagarina), sul Col di Lana e sulle pendici del Rombon (Plezzo).
Nella zona del Carso l’azione di nostri arditi drappelli portò alla cattura di alcuni prigionieri: furono prese anche armi e munizioni.
Aeroplani nemici il giorno 1° lasciarono cadere bombe su Marco (Val Lagarina) e su Strigno e Borgo (Val Sugana). Nessun danno.
Nella regione di Lagazuoi al nord del Passo di Falzarego il nemico il 2 fece brillare alcune mine provocando la caduta di una valanga e franamento di rocce che non ci produssero però alcun danno.
Sul Carso, il giorno 2, il nemico pronunciò un attacco contro le nostre posizioni del Monte San Michele, ma fu respinto con gravi perdite.
Nella zona di Riva, dopo accurata preparazione, le nostre truppe occuparono il 3 nuove posizioni più elevate lungo le ripide balze che da Biacesa salgono alla Rocchetta; dopo viva e breve lotta conquistarono pure due trinceramenti sulle pendici del monte Sperone.
Nella zona del Carso di Monfalcone un nostro reparto, uscito dalle trincee, con rapido sbalzo si portò ad occupare una nuova posizione rafforzandovisi.
I voti di Capodanno del Re per l’Esercito e la Patria.
All’Esercito combattente è stato diramato il 3 gennaio il seguente ordine del giorno:
«S. M. il Re, al quale ho presentato a nome dell’Esercito combattente auguri ed omaggi in occasione del Capodanno, si è degnato rispondere col seguente telegramma, che porto a conoscenza di tutti i Comandi, perché ne sia data partecipazione alle truppe:
A S. E. il generale conte Cadorna,
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.
«Sono molto grato del saluto augurale che in questo volgere dell’anno Ella mi esprime a nome dei combattenti. L’Esercito, che già da mesi, in ardui cimenti, ha dato mirabile prova di ogni virtù, ne darà anche quante ne attende la Patria per i suoi destini. Sicuro di questa fede, ricambio il saluto gradito, col voto del cuore che la fortuna d’Italia coroni il valore dei cari soldati.
«Vittorio Emanuele».
«Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito «L. Cadorna».
Successo navale davanti a Durazzo.
La mattina del 29 dicembre un esploratore e cinque cacciatorpediniere nemici presentatisi davanti a Durazzo per bombardarla vi hanno arrecato danni insignificanti.
Attaccati da navi nostre e alleate in crociera, i cacciatorpediniere austro-ungarici Triglav e Lika furono affondati; di questo ultimo i superstiti dell’equipaggio furono fatti prigionieri.
Anche un velivolo nemico fu abbattuto da un nostro cacciatorpediniere.
Le nostre navi rientrarono tutte incolumi.
Nella notte, prima del combattimento, il sommergibile francese Monge venne affondato da un incrociatore nemico dinanzi a Cattaro. I prigionieri del cacciatorpediniere austriaco Lika dichiararono che buona parte dell’equipaggio del Monge era stato salvato.