La Gazzetta dello Sport, 29 aprile 2016
Dopo il party con Ibra Castrogiovanni viene licenziato dal Racing
Un peccato mortale, finirla così. Martin Castrogiovanni pagherà un conto salatissimo la bravata fatta andando a Las Vegas coi giocatori del Paris Saint Germain. Il presidente del Racing Metro, Lorenzetti, ha annunciato, dopo la sospensione del pilone, il licenziamento a breve. Col placet del coach della mischia Laurent Travers, che stravede per Castro e ha sempre speso parole di stima per l’uomo e per il giocatore. «Stavolta però, Martin l’ha fatta troppo grossa – ha detto il tecnico -. Abbiamo preso una decisione ben ponderata. Ci sono regole da rispettare e lui ha danneggiato se stesso, il club, la squadra e lo staff». L’azzurro, non convocato per la semifinale di Champions Cup di Nottingham contro il Leicester, aveva chiesto di essere esentato per motivi familiari in Argentina. A tutti i giocatori non convocati era stato chiesto di andare comunque a Nottingham «perché si vince tutti insieme». Davanti ai motivi familiari, e non essendo fra i 23 del match, a Castrogiovanni era stato concesso il permesso. Poi, scoprire che i «motivi familiari» erano andare a fare festa con Sirigu, Ibrahimovic, Pastore e soci in Nevada… Lorenzetti è su tutte le furie: il contratto di Castrogiovanni era di un anno con scadenza a giugno 2016 e opzione per il rinnovo fino al 2017. Il rinnovo non ci sarà, ma a questo punto il licenziamento, formale essendo appena due i mesi mancanti alla scadenza, ha un peso specifico non indifferente.
LORENZETTI Il patron del Racing, che ha aperto un’inchiesta interna appena pubblicata la foto del party a Las Vegas: «La procedura per il licenziamento è stata avviata. Siamo intransigenti sui nostri valori. A Nottingham c’erano tutti i giocatori, convocati e no, tranne lui».
E ADESSO? Dispiace, siamo sicuri per primo a Martin. Dal quale è prevedibile arriveranno parole di scuse quando interromperà l’inevitabile silenzio stampa. Dispiace perché questo gesto sporca una carriera formidabile di un professionista impeccabile che si avvia al tramonto, senza tanto tempo ed energie psicofisiche, a 34 anni, per riscattarsi sul campo, ovunque Castrogiovanni decidesse di andare a giocare. Se continuerà. Perché il pilone azzurro già durante il Sei Nazioni era dato pronto a salutare la Nazionale con un tetto di 119 caps conquistati dal 2002 a oggi: solo l’amico e capitano Sergio Parisse è arrivato a tanto nel rugby italiano. Castro poi s’è messo a disposizione. Ora bisogna vedere cosa farà il pilone eletto «miglior giocatore» della Premiership nel 2006 e trascinatore per anni degli azzurri. Che di sicuro ha pagato una generosità spropositata, che l’ha reso amatissimo da un mare di sportivi (Pozzecco, il Settebello, Molfetta, ecc.) e nel rugby in tutti gli spogliatoi in cui è stato. Adorato da un mare di bambini, doppiatore di una radio favola per raccogliere fondi per amputati, generoso fino all’inverosimile e silenzioso compagno di giochi di tanti piccoli in ospedale, sempre vicino ai deboli. Orso buono con chi ha bisogno d’affetto, aggressivo quando lo fanno infuriare. E sempre pronto a gettarsi nella mischia quando c’è da divertirsi. Un pilone, ma super. Che stavolta è andato oltre.