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 2016  aprile 28 Giovedì calendario

Cairo fa sapere che l’offerta di scambio per Rcs non è trattabile

Su Rcs Mediagroup  Urbano Cairo va avanti come un treno. E conferma l’impostazione dell’offerta pubblica di scambio annunciata dalla sua Cairo Communication lo scorso 8 aprile, che valorizza 0,527 euro ogni azione della casa editrice di via Rizzoli, con uno sconto del 29% negli ultimi dodici mesi. Oggi, durante l’assemblea dei soci dell’azienda che edita tra l’altro Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, è attesa la risposta dei vertici sull’ops che dovrebbe partire a giugno (il cda comunque si è già espresso negativamente giudicandola «non congrua»).
«Io ho fatto una proposta che ho lungamente meditato», ha detto ieri Urbano Cairo durante l’assemblea di Cairo Communication, azionista di Rcs  con il 4,76%. «Rcs  ha un debito non piccolo (509 milioni, ndr) e ha bruciato cassa negli ultimi anni. Per me l’offerta è congrua; il cda può fare le valutazioni che vuole. All’azienda è stato assegnato un valore di 285 milioni, che col debito sale a quasi 770 milioni e che senza la Libri scende a 660-670 milioni. Non mi sembra poco. Non voglio convincere nessuno, il mercato è sovrano e io sono ottimista di natura». Per cui «non ci saranno miglioramenti» dell’ops. E così ieri il titolo Rcs  ha ritracciato cedendo il 2,6% a 0,597 euro. Entro oggi verrà depositato in Consob il prospetto dell’ops. Poi partirà l’iter valutativo. «Posso dire che il prospetto conterrà un’arricchimento dei temi che nell’offerta erano solo accennati», ha aggiunto Cairo. Sarà posta particolare attenzione al taglio dei costi e «l’efficientamento del gruppo vale anche per la Spagna, che rappresenta il 30% dei ricavi consolidati». Mentre l’ipotesi di una fusione tra Rcs  e Cairo Communication  non è stata ancora valutata. Anzi, «in questo momento questa ipotesi non c’è, anche se per il futuro tutto è da vedere», ha tagliato corto l’editore piemontese e presidente del Torino Calcio.
Cairo (che in merito alla posizione di Diego Della Valle ha detto: «Mi fa piacere se resta nell’azionariato») è in contatto con le banche sul tema della ristrutturazione del debito Rcs  e ha il sostegno dichiarato del maggior creditore, ossia Intesa Sanpaolo, che è anch’essa azionista di via Rizzoli con il Rcs  (4,17%) e la cui controllata Banca Imi è advisor di Cairo Communication  nell’ambito dell’ops. «Devono esserci soluzioni di carattere industriale, perché tanto più l’azionariato è collegato con le capacità industriali tanto più genera valore per l’azienda e anche per i creditori», ha ribadito ieri l’ad di Intesa  Carlo Messina. «Se ci dovessero essere soluzioni che creano più valore, ben vengano». Possibilista, seppure più freddo, Carlo Cimbri, ad di UnipolSai  (4,6%): «I nostri interessi sarebbero convergenti con quelli di Cairo al fine di valorizzare l’azienda. Nessuna offerta è irricevibile per partito preso. Si valutano le condizioni economiche, quindi decideremo se aderire o meno all’offerta, aldilà della simpatia per Cairo. Rispetto a quello che penso siano i valori potenziali», ha aggiunto Cimbri, «Rcs  è sicuramente sottovalutata rispetto al valore degli asset che incorpora. Poi dipende sempre da come vengono gestiti». Sul fronte dell’ops, il numero uno di UnipolSai  ha le idee chiare: «Cairo fa un’operazione brillante, in quanto il titolo del suo gruppo mi pare ben valutato rispetto agli asset di portafoglio; scambiarlo con una Rcs  sottovalutata è un’ottima operazione. Chiunque si impegni per la valorizzazione di Rcs  non può che trovarci favorevoli, a meno che non proponga programmi che riteniamo distruttivi di valore».