La Stampa, 28 aprile 2016
L’uomo invisibile dietro il successo della Juventus
Non cercatelo sul sito ufficiale dei Campioni d’Italia, perché non troverete nulla su di lui, e difficilmente lo incontrerete durante una partita della Juve. Ogni squadra ha i suoi 007, tanto invisibili quanto decisivi, ma l’uomo che studia i rivali dei bianconeri per Allegri è qualcosa di più di una «spia» o di un collaboratore tecnico. Emilio Doveri è un fratello maggiore per il tecnico juventino, anche perché è l’uomo che da più tempo conosce e lavora con lui. Era un’amicizia nata vent’anni fa sulle tribune di uno stadio, quando Allegri ancora giocava e Doveri faceva l’osservatore in giro per l’Italia, ma presto si è trasformata in un’alleanza di campo. Un po’ diabolica, il primo è livornese e il secondo pisano, ma senza segreti perché fatta di confronti, consigli e soprattutto occhi: quelli che Doveri utilizza per vedere gli avversari nello stesso modo in cui lo farebbe Allegri.
Il suo primo vice
Ci sono dei mestieri in cui la fiducia è tutto e può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta. Doveri è stato il primo vice di Allegri, quando decise di diventare allenatore partendo dall’Aglianese in C2 nel 2003-04: il futuro «Conte Max» voleva continuare a fare il giocatore ed aveva firmato per la Valenzana, ma questo ex difensore classe 1955 lo convinse a sedersi in panchina e provare ad applicare le idee che aveva già in mente.
La profezia
Il momento «Sliding doors» ha tolto un centrocampista alla squadra piemontese e regalato uno degli allenatori più vincenti del calcio italiano. Allegri è entrato nella top ten assoluta dei tecnici «scudettati» (tre come Conte, Herrera e Mancini), con la possibilità di allargare il ciclo juventino. Una soddisfazione doppia per Doveri, che all’alba di quell’avventura si era sbilanciato così con gli amici: «In cinque anni diventerà un grande allenatore». Il tempo gli ha dato ragione: Allegri ha fatto bene sempre e ovunque, formandosi con presidenti vulcanici come Gaucci, Camilli o Cellino. Alle sue spalle, però, c’è sempre stata una «grande famiglia» che nel tempo si è allargata (ora sono dieci elementi) e lo consiglia. Bene, evidentemente.