MilanoFinanza, 27 aprile 2016
Anche le banche cinesi soffrono
Sofferenze bancarie impacchettate e trasformate in obbligazioni da rivendere sul mercato per alleggerire i conti di un sistema finanziario in difficoltà. Un discorso familiare, ma stavolta non si parla delle banche italiane, bensì di quelle cinesi. I non performing loans stanno infatti diventando un problema non indifferente per la finanza di Pechino: ufficialmente le sofferenze sono solo l’1,7% degli attivi, ma molte stime vedono il dato reale in doppia cifra. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, la People’s Bank of China ha dichiarato che cartolarizzare i prestiti tossici in titoli garantiti da attività sarà una delle priorità delle banche cinesi per il 2016. Gli istituti dovranno riconoscere la pessima qualità dei prestiti prima della creazione dei bond, svalutandoli al 20-30% rispetto al valore originale. Non è una novità assoluta per il sistema bancario cinese: nel 2006 la China Construction Bank eseguì un’operazione simile. Rimane da stabilire chi potranno essere i compratori di questi bond. Le assicurazioni sembrano ottimi candidati; se impegnassero un quarto del nuovo capitale che ogni anno sono autorizzate a allocare in investimenti non standard in queste obbligazioni, potrebbero assorbire il totale degli npl ufficialmente dichiarati dal sistema.