La Gazzetta dello Sport, 27 aprile 2016
La Juventus è dieci anni avanti, parola di Arrigo Sacchi
Capolavoro Juventus. Concede 11 punti ai rivali causa una falsa partenza e a tre giornate dalla fine è già campione d’Italia. Una prova di forza impressionante che si aggiunge agli altri quattro precedenti titoli in un dominio incontrastato ed umiliante per le avversarie. I motivi di questi straordinari successi sono da ricercarsi in un club competente ed illuminato, dieci anni avanti a tutti, con idee chiare ed innovative. Una società coesa, organizzata, con capacità di scelta e rispetto dei ruoli. Grazie a tutto ciò è cresciuto il fatturato a 320 milioni e quindi una maggiore ricchezza rispetto agli altri club italiani.
La capacità e la competenza la si nota già nell’ingaggio degli allenatori e in un progetto tecnico che mette al centro il gioco, per poi andare a scegliere i tecnici più idonei per svilupparlo ed insieme gestire i giocatori più adatti per realizzarlo, valutando la persona con la sua motivazione, poi la sua funzionalità al progetto, quindi che siano complementari tra loro e, soltanto dopo, il talento. No al talento a prescindere da tutto ciò. Avere uomini con ambizione, con convinzione, con generosità, con passione, con cultura dell’eccellenza, con un’etica di squadra e del lavoro, significa essere persone serie e di valore. La serietà e l’intelligenza sono alla base del successo juventino. Gli allenatori in un ambiente sinergico e positivo migliorano e si esprimono al massimo delle loro possibilità ed intuizioni.
Prima Conte e poi Allegri sono gli stupendi creatori tecnici di questo autentico fenomeno sportivo. In un contesto così sinergico anche i calciatori si trovano completamente a proprio agio esprimendosi al meglio sia sotto il profilo professionale e umano che tecnico e tattico. È tutto talmente perfetto da annichilire le avversarie che sono alla ricerca di un progetto calcistico ed organizzativo lontano a divenire. Umilianti le distanze tra il club bianconero e le milanesi che si dibattono tra problemi di organizzazione interna, di strategie e di competenza. Tutto nasce e parte dai club perché questi non trasmettono chiarezza con pianificazioni e scelte corrette tutto quello che ne conseguirà sarà negativo. Gli allenatori per formare squadre sinergiche, motivate e vincenti necessitano di club ricchi di idee, di energie e di entusiasmo. Non solo di soldi. Inter e Milan, che sono da sempre le avversarie storiche per importanza della città, che rappresentano, oggi hanno problemi prima di tutto dirigenziali. L’Inter con una dirigenza straniera assente ed inespressiva, mentre il Milan ha Berlusconi impegnato in politica. È vero che il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti, ma è anche pur vero che richiede un’attenzione, un amore, una passione e presenza giornaliera, senza la quale i risultati non verranno.
Si devono ringraziare il brillante Napoli di Sarri e, in parte, la Roma spallettiana, se il campionato non si è concluso già a marzo e inoltre perché hanno costretto la Juve a questa esaltante performance. Oggi non si vedono club italiani che per competenza, organizzazione e investimenti possono porre fine alla tirannia juventina, ma il prossimo obiettivo sarà l’Europa. Si auspicano nuovi acquisti per i bianconeri, ma credo che l’acquisto più importante sarebbe acquisire una mentalità internazionale: in Europa si vince con il protagonismo e con la padronanza del pallone e del campo. Si vince più con il collettivo che con il calcio offensivo. Questa sarà la grande sfida futura della Juventus e di Allegri. In bocca al lupo!