Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 26 Martedì calendario

Per la Juventus un fatturato da Champions

La prima reazione della Borsa è stata tiepida. Il modesto rialzo delle azioni dell’Fc Juventus, +0,89%, sia pure in una seduta nel complesso negativa (l’indice ha perso l’1,52%), vale appena 2,4 milioni di euro in più per la capitalizzazione, cioè il valore in Borsa dell’intero capitale della Juventus, che sale a circa 276 milioni.
Quanto vale il quinto scudetto consecutivo (vinto ieri matematicamente con il successo della Roma sul Napoli) – il numero 32 nella storia del club secondo i dati ufficiali Figc, il numero 34 invece per il club presieduto da Andrea Agnelli, che calcola anche i due titoli revocati – per la società controllata da Exor? Nell’immediato, l’impatto sui conti della vittoria nel campionato dovrebbe essere sostanzialmente neutro.
Continua pagina 18 Gianni Dragoni Continua da pagina 1 Perché i maggiori incassi derivanti dai bonus previsti dai contratti commerciali e con gli sponsor (tra i quali c’è un marchio di famiglia, Jeep del gruppo Fca, controllata sempre da Exor, che da questa stagione ha incrementato il versamento a 17 milioni all’anno) vengono compensati dalle maggiori spese, i premi per i calciatori, i tecnici e i manager chiave. Un ex amministratore delegato del club bianconero confidava con cinismo alcuni anni fa: «Il miglior piazzamento per il bilancio è il secondo posto: non paghi i premi ai giocatori e fai gli stessi ricavi». Questo può valere nel breve periodo. Invece in un orizzonte più ampio i successi sportivi rafforzano il valore del marchio e, di conseguenza, se le risorse non vengono dissipate (evento non raro nelle squadre italiane) il club può firmare contratti commerciali e pubblicitari di importo più elevato.
Un esempio viene dall’analisi dei bilanci della Juventus. L’attuale quinquennio di successi (in Italia, più una finale di Champions League l’anno scorso) è cominciato con la stagione 2011-2012. La “nuova” Juventus di Andrea Agnelli partiva in sostanza dai 153,9 milioni di ricavi a cui era precipitata nel bilancio al 30 giugno 2011, chiuso con una perdita netta di 95,4 milioni, la più alta nella storia del club. Anno dopo anno, scudetto dopo scudetto, i ricavi della Juventus, in base ai dati di bilancio elaborati da Deloitte nell’annuale «Football money League», escludendo le plusvalenze dal giro d’affari, sono saliti a 195 milioni nel bilancio al 30 giugno 2012, 272 milioni l’anno successivo, infine 323,9 milioni nel bilancio al 30 giugno 2015. Anche i risultati economici sono migliorati. La perdita netta è stata dimezzata a 48,7 milioni nel 2012, poi a -15,9 milioni, infine è emerso un piccolo utile – 2,3 milioni – nel bilancio al 30 giugno 2015.
Un utile modesto. Ma va confrontato con un deficit che, per le altre quattro grandi squadre italiane, Inter, Milan, Roma e Napoli, nel complesso si avvicina ai 300 milioni di perdite aggregate nel 2015 (in larga parte causate da Inter -140 milioni e Milan -89 milioni). La Juventus nel 2011 era tredicesima in Europa per fatturato, secondo Deloitte. Al primo posto c’era il Real Madrid, con 479,5 milioni. Nel 2015 la Juventus era decima. Il Real Madrid sempre al primo posto, che occupa da 11 anni consecutivi, con 577 milioni. Però dal 2011 al 2015 la Juventus ha un po’ ridotto la grande distanza dai “galacticos” nei ricavi: il fatturato degli spagnoli è aumentato di 97,5 milioni, quello della Juventus è aumentato di 170 milioni.
Una spinta ai ricavi è venuta dallo stadio di proprietà, nel quale la Juventus ha investito 150 milioni: i ricavi da abbonamenti e biglietti sono saliti da 11,6 milioni nel bilancio al 30 giugno 2011 a 51,4 milioni l’anno scorso. La fonte principale dei ricavi rimangono i diritti tv, pari a 199 milioni nel bilancio al 30 giugno 2015. Pur avendo approvato una semestrale al 31 dicembre 2015 con un utile netto di 30,3 milioni, grazie a maggiori plusvalenze da calciomercato e operazioni immobiliari, il cda ha confermato la previsione di chiusura del bilancio al 30 giugno 2016 con un risultato netto in perdita, influenzato dai risultati sportivi «effettivamente conseguiti in Italia e in Europa». In uno studio del 19 aprile, Banca Imi ha stimato una perdita netta di 15,76 milioni nel bilancio corrente della Juventus.
La sequenza di scudetti ha rafforzato Andrea Agnelli in Europa. Insieme a Karl-Heinz Rummenigge del Bayern il presidente della Juventus è entrato nell’esecutivo Uefa come rappresentante delle squadre di club. A livello nazionale invece Agnelli rimane all’opposizione del governo del calcio. Le sue richieste di introdurre le seconde squadre e di riformare la serie A non trovano sostegno alla Figc né alla Lega.